“Oggi, con il pieno supporto e cooperazione del presidente, il dipartimento di Giustizia sta conducendo una perquisizione programmata della sua casa a Rehoboth, in Delaware”. Lo ha annunciato Bob Bauer, l’avvocato personale del presidente americano Joe Biden. La perquisizione odierna a Rehoboth si inserisce nell’ambito dell’indagine scaturita dalla scoperta di documenti classificati sia in un vecchio ufficio di Biden a Washington che nell’abitazione di Biden a Wilmington e che risalgono a quando era senatore e poi vicepresidente di Barack Obama. Il ritrovamento dei primi documenti risale al 2 novembre, pochi giorni prima delle elezioni di midterm, ma è venuto alla luce pubblicamente solo il mese scorso, suscitando polemiche.
L’Fbi perquisisce casa di Biden… ma non trova nulla
L’Fbi ha da poco completato le operazioni di perquisizione a termine delle quali non sono stati trovati documenti riservati nella casa al mare del presidente Usa, Joe Biden, durante la perquisizione effettuata oggi dalle autorità competenti. Lo ha riferito l’avvocato di Biden, Bob Bauer. “Non sono stati trovati documenti con contrassegni classificati”, fa sapere il legale in una nota. Gli agenti hanno tuttavia preso “per un’ulteriore esame alcuni materiali e note scritte a mano che sembrano riferirsi al periodo in cui (Biden, ndr) era vicepresidente”, precisa Bauer. E poi chiosa con la promessa che la collaborazione non si fermerà qui: “La ricerca di oggi è un ulteriore passo in un processo approfondito e tempestivo che continueremo a supportare e facilitare pienamente. Avremo ulteriori informazioni al termine della ricerca odierna”.
Come mai questa perquisizione
Si fa un grande parlare di documenti classificati in America. Negli ultimi mesi, infatti, ci sono state diverse controversie che hanno toccato varie personalità della politica a stelle strisce: prima Donald Trump, poi Mike Pence, infine Joe Biden. Ognuno di questi esempi ha una storia a sé. Per quanto concerne Trump, ad esempio, aveva cercato di opporsi all’operazione dell’FBI quando questa cercò di perquisire l’abitazione californiana dell’allora Presidente degli Stati Uniti d’America. Operazione che serviva proprio per capire se Trump aveva trattenuto per sé alcuni documenti fondamentali relativi al suo mandato. Sta tutta qui la differenza tra l’ex e l’attuale Presidente americano: Joe Biden, come dimostrato attraverso le parole del suo legale, si è detto pienamente disponibile a collaborare e, quindi, ad agevolare le operazioni di perquisizione degli agenti segreti.
Che cosa sono i documenti classificati?
Poiché il tema dei documenti classificati ha riguardo entrambi gli ultimi due presidenti degli Stati Uniti d’America, è bene capire di cosa si tratta. Nel sistema americano s’intendono documenti riservati quelli che contengono informazioni che potrebbero danneggiare o mettere in pericolo la sicurezza nazionale del paese. Il requisito di documento “classificato” decorre anche se le informazioni sono presenti in maniera marginale o minimale. Parliamo di informazioni che vanno dalle questioni di guerra alle armi nucleari passando per i programmi scientifici segreti o addirittura le attività legate alle comunicazioni e alle attività diplomatiche. Per questo, come scrive Il Post, si stima che ciascuna amministrazione produca decine di milioni di pagine di documenti riservati ogni anno.