L’ex presidente del Brasile Jair Bolsonaro ha chiesto un visto di sei mesi per rimanere più tempo negli Usa. Bolsonaro, che si trova in Florida dal 30 dicembre ed era partito appena prima dell’insediamento di Lula (avvenuto il primo gennaio), adesso ha deciso di restare negli States. Era entrato con un visto A-1 per i diplomatici e capi di stato, della durata di 30 giorni, e ora ha chiesto un visto turistico B1/B2. I funzionari dell’immigrazione degli Stati Uniti hanno ricevuto venerdì scorso la richiesta. L’ex leader brasiliano di destra, soprannominato il “Donald Trump dei Tropici” a causa della sua vicinanza con l’ex presidente degli USA, ha soggiornato nella casa in Florida dell’ex combattente di arti marziali Jose Aldo.
Bolsonaro visto USA, l’opposizione da parte dei democratici
Il soggiorno di Bolsonaro è stato fortemente contestato dai legislatori democratici di Washington DC e in una lettera inviata all’inizio di questo mese decine di persone chiedevano a Joe Biden di revocare qualsiasi visto diplomatico che Jair Bolsonaro potesse avere. Scrivevano che gli Stati Uniti non avrebbero dovuto fornire riparo a Bolsonaro o a qualsiasi autoritario che avesse ispirato tale violenza contro le istituzioni democratiche.
I fatti dell’8 gennaio 2023
La violenza contro le istituzioni a cui fa riferimento la lettera è quella condotta dai sostenitori di Bolsonaro contro i tre palazzi del potere a Brasilia l’8 gennaio 2023. I manifestanti avevano assaltato il Congresso, la Corte Suprema e il palazzo presidenziale, dando vita ad un atto vandalico che ha ricordato l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 a Washington. I manifestanti pro-Bolsonaro avevano distrutto gli edifici e devastato le stanze, distruggendo i locali. Bolsonaro aveva preso le distanze da quanto successo, scrivendo:
“Le manifestazioni pacifiche, sotto forma di legge, fanno parte della democrazia. Tuttavia, i saccheggi e le invasioni degli edifici pubblici come avvenuti oggi, così come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017, sfuggono alla regola.”