“Senza plusvalenze almeno 10 club fallirebbero”. E’ il pensiero di Luciano Moggi sulla vicenda che riguarda la Juventus, condannata per la vicenda delle irregolarità su alcune plusvalenze. “Le plusvalenze le fanno tutti e non sono di per sé illecite ma l’unica società punita è stata la Juventus. Mi sembra ci sia qualcosa che non quadri”. Sono queste le parole dell’ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi (pronunciate in un’intervista rilasciata all’AdnKronos). L’ex dirigente punta sulla possibilità che i bianconeri non siano gli unici a fare certe operazioni, semplicemente sono soggetti a controlli più accurati di altre società.
Moggi plusvalenze Juventus, “se non ci fossero fallirebbero almeno 10 club”.
“Non c’è dubbio che la Juve abbia operato male e in più essendo quotata in borsa è particolarmente sotto osservazione – continua Moggi – però in Serie A, senza plusvalenze, sarebbero fallite almeno 10 società ma non la Juventus perché ha alle spalle la solidità economica di Exor, che in pochi anni ha fatto due aumenti di capitale”. Detta la sua sulla questione Juventus, l’ex direttore generale ha parlato anche della Superlega. E’ di ieri la notizia per cui Uefa e Fifa non possono prendere provvedimenti verso i club che avrebbero provato a formare una lega parallela e con club considerati d’elite. C’è stata ieri la sentenza del tribunale di Madrid che nel suo dispositivo ha sottolineato come ‘Fifa e Uefa non possano giustificare il loro comportamento anticoncorrenziale. “Aspettiamo la decisione della Corte di giustizia dell’Unione europea ma sentenza di ieri del tribunale di Madrid di fatto ha dato il via libera alla Superlega – osserva Moggi – Ho sentito molte critiche ma a me sembra una buona idea a patto che entrino più soldi nel mondo del calcio come sembrerebbe”. Secondo l’ex dirigente calcistico (radiato dopo la vicenda calciopoli del 2006), se dovesse partire la Superlega a trarne profitto sarebbero anche i club che ne rimarrebbero fuori, in modo indiretto secondo lui potrebbero comunque usufruire di alcuni vantaggi. «Se così fosse – spiega Moggi – ne gioverebbero tutti non solo i grandi club ma anche i piccoli che incasserebbero più soldi dalle cessioni dei giocatori migliori”. Forse bisognerebbe solo modificare un po’ la formula rispetto all’originale. “Magari il torneo della Superlega può essere studiato meglio per renderlo più attraente ma potrebbe essere una svolta anche per avere maggiore equilibrio nel calcio europeo, perché altrimenti la Premier League prenderà sempre di più il sopravvento come si è visto negli ultimi mercati”.
Cos’è la Superlega
La Superlega è una competizione privata che si svolgerebbe parallelamente alle coppe europee, quindi Champions ed Europa League, a cui era previsto che prendessero parte 20 squadre ed è indipendente sia dalla Fifa sia dalla Uefa e per questo motivo osteggiata dalle due federazioni. Delle partecipanti, 12 sono le fondatrici e dunque sarebbero sempre ammesse, a prescindere dal rendimento in classifica nelle rispettive leghe nazionali a cui dovrebbero comunque prendere parte. Tre posti sono al momento vacanti, visto che altrettanti club sono stati invitati a partecipare come fondatori ma non hanno accettato l’offerta. Gli altri cinque posti, invece, sono riservati ad altrettante squadre che saranno ammesse sulla base dei risultati sportivi. L’obiettivo è quello di creare una competizione altamente competitiva, che racchiude tra l’altro le squadre che hanno il maggior numero di tifosi in tutto il mondo (circa un miliardo secondo i club fondatori), capace così di offrire uno spettacolo e un coinvolgimento mai visti prima. Allo stesso tempo, le quote dei diritti televisivi e gli incassi degli sponsor, che ammontano a circa 4 miliardi di euro, verrebbero divise solo tra le venti squadre partecipanti, che potrebbero incassare fino a 350 milioni a stagione senza la mediazione dell’Uefa che invece gestisce e spartisce quelli di Champions ed Europa League.