Non è una novità che tra Roberto Saviano e Matteo Salvini non ci sia mai stata una grande sintonia. Proprio a causa dei molti disaccordi fra i due, oggi l’autore di Gomorra è entrato in Tribunale per la prima udienza del processo per diffamazione ai danni dell’attuale ministro dei Trasporti. I fatti risalgono al 2018, quando Saviano definì l’attuale vicepremier “ministro della mala vita” sui social.
Processo Saviano contro Salvini, la prima udienza
Nel corso della prima udienza, Saviano ha dichiarato di essere “fiero di essere imputato” perché in questo modo ha la possibilità di “testimoniare al Tribunale di non voler permettere a leader di partito e ministri di blindare la possibilità di critica” E ha aggiunto:
Oggi mi difendo dal vicepresidente del Consiglio, mentre ho un processo in corso con il presidente del Consiglio e una causa civile intentata contro di me dal ministro della Cultura. Tre ministri di uno stesso governo portano in tribunale chi osa criticarli.
Nel 2018, lo scrittore aveva scatenato l’ira di Salvini in quanto lo aveva appellato “ministro della mala vita”. Parlando dell’attuale ministro dei Trasporti, ha poi aggiunto:
Era divenuto intollerabile come si relazionava al Sud Italia, utilizzandolo come bacino di voti facili. Cancellare la scorta, come Salvini invoca da anni, significava cacciarmi dal Paese, esattamente come auspicato, dopo le elezioni che hanno visto nascere quest’ultimo governo, da migliaia di loro simpatizzanti”.
La difesa cita Piantedosi
Il difensore di Saviano, l’avvocato Antonio Nobile, ha depositato anche la lista testi nella quale compaiono il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, Oscar Camps, fondatore e presidente di Open Arms e il segretario generale della Federazione europea dei giornalisti, Ricardo Gutierrez. Piantedosi è citato dalla difesa in relazione alle “iniziative volte a verificare il regime di protezione al quale Saviano è sottoposto dall’ottobre 2007”. Sulla lista testi il giudice si è riservato di decidere.