41 bis dove si trova? L’articolo 41-bis è una disposizione dell’ordinamento penitenziario italiano introdotta dalla legge 10 ottobre 1986, n. 663, che prevede un particolare regime carcerario. Per la rigidità delle prescrizioni carcerarie è anche noto come ‘‘carcere duro”.

41 bis dove si trova?

Le Sezioni del 41 bis in Italia al momento sono a: Cuneo, L’Aquila, Marino del Tronto (Ascoli Piceno), Novara, Parma, Pisa (Centro Diagnostico Terapeutico), Rebibbia (Femminile), Rebibbia (Maschile), Secondigliano (Napoli), Spoleto, Terni, Tolmezzo (Udine), Viterbo.

Quanti sono i detenuti al 41 bis?

I detenuti al 41 bis nel nostro Paese, al 31 ottobre 2022, erano 728. Sono gli ultimi dati aggiornati e disponibili del Ministero della Giustizia. Un numero che, inevitabilmente, non tiene conto dell’arresto di Matteo Messina Denaro avvenuto il 16 gennaio 2023.

Di questi 728 detenuti, la maggior parte sono uomini (716), mentre le donne rappresentano solo una piccola parte del totale (12).

Sempre stando ai dati di ottobre 2022, i detenuti in regime carcerario 41 bis rappresentano l’1,3% del totale dei carcerati italiani.

La maggior parte dei detenuti al 41-bis ha legami con associazioni di tipo mafioso, per lo più camorra, mafia e ‘ndrangheta

Perché è stato introdotto il 41 bis?

Il cosiddetto regime carcerario 41-bis è stato introdotto nel 1975 nelle leggi che regolano l’ordinamento penitenziario italiano e, ai tempi, riguardava le emergenze interne alle carceri, come le rivolte o altri comportamenti ritenuti particolarmente gravi. Dal 1992 è applicato anche ai boss mafiosi.

Come scrive Gregorio Romeo su Vice:

Quando il 19 luglio 1992 esplode la bomba di via D’Amelio a Palermo, uccidendo il giudice Paolo Borsellino e cinque uomini della scorta, il cosiddetto “carcere duro” in Italia ancora non esiste. Solo il giorno dopo la strage, l’allora ministro della Giustizia Claudio Martelli decide di firmare primi provvedimenti di 41-bis.

Lo Stato vuole mostrare la sua reazione di forza alla mafia e al Paese; così, nel cuore della notte, 55 detenuti (dei 532 complessivi che saranno trasferiti al regime speciale nei giorni successivi) vengono prelevati dal penitenziario palermitano dell’Ucciardone e deportati a bordo di aerei militari verso l’isola di Pianosa”.