Non si placa la polemica esplosa ieri alla Camera per le affermazioni pronunciate da Giovanni Donzelli, coordinatore di Fratelli d’Italia, in merito all’estratto di una conversazione in carcere di Alfredo Cospito, nonché per le accuse lanciate a quattro esponenti del Partito Democratico.

Oggi si replica con il secondo round dopo che nella mattinata Donzelli ha rilasciato alcune precisazioni a diversi organi di stampa. I Dem hanno richiesto l’intervento del ministro della Giustizia Carlo Nordio che interverrà nell’aula di Montecitorio alle 16, ma quest’ultimo ha già fatto intendere che la decisione finale sulla revoca del 41 bis a Cospito spetta unicamente alla magistratura

Altra figura chiave nel puzzle è quella di Andrea Delmastro Della Vedova, sottosegretario alla Giustizia di Fdi e responsabile di aver condiviso parte della conversazione di Cospito al collega Donzelli.

Caso Cospito, Donzelli “cede” il testimone al ministro Nordio

Caso Cospito, ricostruiamo per punti le parole pronunciate ieri alla Camera da Giovanni Donzelli, deputato di Fratelli d’Italia.

Come detto in apertura, il coordinatore di Fdi ha prima citato un estratto di un colloquio avvenuto nel carcere di Sassari, dove Cospito era detenuto fino a pochi giorni fa, tra lo stesso leader anarchico e alcuni esponenti mafiosi. Tema della questione è il 41 bis, il regime di carcere duro a cui è sottoposto il 55enne abruzzese dopo le condanne per alcuni reati commessi tra il 2006 e il 2010. Nelle intercettazioni, si sente chiaramente il latitante “appoggiarsi” al caso Cospito per ottenere misure più morbide sul 41 bis per i boss della mafia.

Da qui esce la seconda parte della bagarre, vale a dire la visita compiuta nel penitenziario sardo da quattro parlamentari Dem (Serracchiani, Verini, Lai e Orlando) lo scorso 12 gennaio, lo stesso giorno a cui risalgono quelle intercettazioni. Secondo il punto di vista di Donzelli, la delegazioneincoraggiava Cospito nella sua battaglia contro il 41 bis. Mi chiedo se la sinistra stia dalla parte dello Stato o dei terroristi“.

Il Pd, fiancheggiato dall’Alleanza Verdi-Sinistra Italiana, ha chiesto le immediate scuse a Donzelli, nonché le sue dimissioni da membro del Copasir, il più importante organismo di vigilanza italiano. Ma il deputato toscano non intende fare nessun passo indietro

Le scuse? No. Andrò volentieri al giurì d’onore per chiedere al Pd di chiarire le sue parole. Sono loro che balbettano e dovrebbero chiedere scusa agli italiani. Se mai io, o qualsiasi componente del Copasir dovesse rivelare all’esterno delle informazioni ottenute grazie al proprio ruolo farebbe bene a dimettersi. Ma non è questo il caso

Giovanni Donzelli, deputato Fdi

Anche perché qualche ora dopo è direttamente Delmastro a confessare di essere stato lui a fornire quell’estratto della conversazione. “Donzelli in qualità di deputato mi ha fatto delle domande specifiche, a cui io ho risposto“, così il sottosegretario alla Giustizia.

Serracchiani (Pd): “Meloni intervenga”

Tra gli esponenti del Pd più critici nei confronti di Donzelli c’è Debora Serracchiani, capogruppo alla Camera del Nazareno presente al penitenziario di Sassari lo scorso 12 gennaio. Secondo il suo parere, “Delle Vedove ha svelato il contenuto di quelle relazioni perché il collega Donzelli potesse usarle strumentalizzandole contro il Pd“.

La parlamentare emiliana rigira così la frittata, rincarando la dose quando afferma “che non c’è più solo un problema Donzelli ma anche un caso Delmastro Delle Vedove che non può restare un secondo di più al Ministero“. La nota si conclude poi con la richiesta di chiarimenti avanzata direttamente alla premier Giorgia Meloni, pungolata “perché non interviene”.