Bonus edilizi, superbonus e cessione crediti: servono 200mila lavori all’anno per arrivare ai target della direttiva Case Green. È quanto sostiene l’Associazione Nazionale dei costruttori edili (Ance) che ha fatto il calcolo degli anni che ci vorrebbero per arrivare agli obiettivi europei di riqualificazione energetica degli edifici e di ristrutturazione degli immobili con e senza i benefici fiscali sugli interventi. “Serve un piano nazionale strutturale che duri fino al 2030, al 2040 e al 2050”, ha detto la presidente dell’Associazione costruttori, Federica Brancaccio. Una sfida nella quale le istituzioni sono chiamate a investimenti epocali: basti pensare che, secondo le stime dell’Ance, per raggiungere il primo target posto dalla Commissione europea di decarbonizzazine del 15% degli immobili, senza incentivi occorrerebbero lavori per 630 anni. Serve, pertanto, un piano a lungo termine con incentivi alle famiglie per invogliarle a far svolgere gli interventi necessari. In tutto, i lavori qualificati per adattare il patrimonio immobiliare italiano alla direttiva europea Case Green sarebbero complessivamente più di 215mila all’anno considerando anche le costruzioni non residenziali.
Case green superbonus bonus edilizi cessione crediti: 200mila lavori all’anno
Superbonus, bonus edilizi e cessione dei crediti sono essenziali per arrivare agli obiettivi dettati dalla nuova direttiva europea sulle Case Green. Un sistema, al quale dovranno adattarsi gli Stati membri dell’Unione europea, che prevede lavori di ristrutturazione e di riqualificazione degli edifici per adattarli ai parametri sostenibili dettati dalla Commissione europea, in particolare in tema di emissioni di CO2 e di risparmio energetico. “Non stiamo chiedendo di ripristinare il superbonus al 110% perché capiamo bene che c’è una condizione di sostenibilità finanziaria per il bilancio dello Stato – ha detto la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, in un’intervista a Il Sole 24 Ore – Ma chiediamo una politica per la riqualificazione energetica del nostro patrimonio immobiliare obsoleto e degradato”. Una politica, dunque, a lungo termine che tenga insieme sia l’obiettivo e le opportunità che la nuova direttiva europea possono rappresentare per l’Italia che gli incentivi a favore soprattutto delle famiglie che meno possono permettersi di fare lavori di ristrutturazione e dei proprietari degli edifici situati nelle periferie. Per arrivare ai target è necessario, dunque, che le istituzioni colgano l’occasione per varare una politica industriale che fissi obiettivi al 2030, al 2040 e al 2050, senza incidere sull’andamento dei valori immobiliari. E, in un contesto simile, non si potrà fare a meno di strumenti come i bonus edilizi e la cessione dei crediti d’imposta per incentivare le famiglie a far svolgere gli interventi necessari.
Senza 110% occorrerebbero 630 anni per arrivare agli obiettivi della direttiva Eu
Senza i bonus edilizi, l’Ance calcola che per il solo obiettivo della decarbonizzazione al 15%, che è il primo fissato dalla Commissione europea nell’ambito della direttiva Casa Green, occorrerebbero 630 anni. Se davvero si vuole arrivare ai target della direttiva fissati per il 2030, 2033 e 2050, si deve rimettere in moto la filiera edilizia, continuando lo sforzo che le istituzioni hanno fatto per il superbonus 110%. In questo modo si possono svolgere circa 200mila interventi all’anno, precisamente 180mila del miglioramento delle prestazioni energetiche che in 10 anni porterebbero 1,8 milioni di immobili italiani all’adeguamento dal punto di vista delle prestazioni energetiche. Considerando anche gli immobili non residenziali, gli interventi necessari salgono a 215mila. Numeri che possono essere raggiunti in continuità con gli obiettivi degli ultimi due anni ottenuti con il superbonus 110%. Ma servono, da parte delle istituzioni, investimenti per 40 miliardi di euro all’anno che diventano 59 considerando gli immobili non residenziali. Senza bonus e cessioni dei crediti si tornerebbe ai numeri insignificanti che si sono avuti nei tre anni prima del superbonus 110%: tra il 2018 e parte del 2020, infatti, si contavano mediamente 2.900 interventi all’anno riguardanti la riqualificazione energetica e la ristrutturazione di interi edifici (per un totale di 8.669 interventi). Lavori che la Commissione europea impone nella nuova direttiva. Con il superbonus 110%, invece, queste tipologie di interventi sono salite a 100mila nel 2021 e a 260mila lo scorso anno, per un totale di 365.437 ristrutturazioni. Un ritmo che, in dieci anni, basterebbe per arrivare ai target europei.