L’INPS ha attivato il nuovo protocollo per i percettori RdC. Amara sorpresa, per quanti erano abituati a non preoccuparsi dei controlli, con una documentazione non proprio in regola e così via. Non sarà più così.
Oltretutto, si avvicina la data di esaurimento della misura. Stando agli ultimi aggiornamenti, il Reddito di cittadinanza non sarà rinnovato per il 2024.
L’INPS sospende il RdC a febbraio
Il governo Meloni non ha mai visto di buon occhio, l’erogazione a vita del sussidio di Stato, anzi, ha sempre remato contro ogni forma perpetua di assistenzialismo.
Per questo motivo, dalle 18 mensilità rinnovabili alla scadenza dopo un mese di transazioni, si è passati al ciclo di sole 7 mensilità, con l’aggiunta dell’obbligo formativo di 6 mesi. La decadenza dopo il prima rifiuto dell’offerta lavorativa e l’inserimento immediato nei lavori socialmente utili per rafforzare i servizi diretti alla comunità.
L’Ente nazionale della previdenza sociale il 20 gennaio ha siglato un nuovo protocollo con il Ministero della Giustizia, con l’introduzione da subito di controlli mirati.
E, così, con decorrenza immediata a partire dal mese di febbraio 2023, saranno rafforzati i controlli sugli aventi diritto al beneficio economico, nulla sarà lasciato al caso.
Si chiude il capitolo della “buona sorte” per i fruitori del Reddito di cittadinanza, adesso in caso d’impiccio, scatterà la revoca immediata dal RdC. Si attiverà una procedura automatica che bloccherà subito l’erogazione del beneficio.
Perché mi hanno bloccato il Reddito di cittadinanza?
Il governo italiano ha ben compreso che la crepa del sussidio è legata ai controlli. Per troppo tempo si è proceduto a controlli “a campione”, che sebbene irrisori, hanno fatto emergere una realtà disarmante.
Alla fine, i truffaldini del RdC sono un numero abnorme, complice l’assenza di un’adeguata rete di controllo e la consapevolezza di farla franca.
Finalmente, sarà attivato lo scambio tra l’Ente e il Ministero della Giustizia che permetterà d’individuare nell’immediato gli illeciti.
Il primo luogo, il controllo sarà mirato all’individuazione di coloro pur non avendo diritto al beneficio, lo ricevono mensilmente.
Per questo motivo, a rischiare di più saranno tutti coloro con uno stato di detenzione attivo, a cui sarà bloccata istantaneamente la ricarica del sussidio.
Individuati i truffaldini l’Ente procederà alla revoca del sussidio e al recupero delle somme percepite indebitamente.
Nella scala delle priorità, appare chiaro che il primo obbiettivo riguarda l’intercettazione dei percettori che hanno riportato condanne penali.
Ecco, spiegato, il motivo della presentazione del modello SR181 Esteso, necessario per confermare la variazione del nucleo familiare. Nello specifico, viene utilizzato per indicare la presenza di membri appartenenti al nucleo familiare in stato detentivo, come spiega thewam.net.
Controlli RdC 2023
Il legislatore ha previsto per il Reddito di cittadinanza la compatibilità con il lavoro, per cui se uno o più membri sono impiegati in un’attività lavorativa, non perdono il sussidio, se non vengono inficiati i requisiti.
L’Ente nazionale di previdenza sociale procede al ricalcolo dell’importo del sussidio spettante, tenendo conto della variazione reddituale, comunicata attraverso il modello “Rdc/Pdc – Com esteso.
Non rientrano nel quadro delle comunicazioni urgenti e obbligatorie, i lavori eseguiti a titolo di attività socialmente utile, servizio civile e percorsi formativi. E, infine, non vanno dichiarate le prestazioni occasionali.
Esclusi RdC febbraio 2023
La questione è molto delicata, in quanto una bella fetta di famiglie rischia di non ricevere l’accredito RdC della mensilità di febbraio. A rischiare grosso non sono solo le famiglie che percepiscono il sussidio, se il titolare si trova in stato detentivo, ma anche coloro che non rientrano nei criteri disposi dalla normativa quadro, come ad esempio:
- se sopraggiunta con la conclusione del periodo di fruizione del RdC;
- se non è stato presentato il certificato ISEE in scadenza il 31 gennaio 2023;
- se carenti dei criteri obbligatori per legge;
- se non sono stati osservati i requisiti obbligatori, come ad esempio la partecipazione ai corsi formativi o il rifiuto della prima offerta di lavoro e così via.