Aumento pensioni 2023 a chi spetta. Dal 1° gennaio 2023 si è provveduto ad attribuire la rivalutazione delle pensioni e delle prestazioni assistenziali nella misura del 100% a tutti gli utenti che abbiano ottenuto in pagamento, nell’anno 2022, rate di pensione per un importo inferiore o uguale a 2.101,52 euro (quattro volte il trattamento minimo).

Aumento pensioni 2023 a chi spetta

Le pensioni minime subiranno aumenti in grado di recuperare il 100 per cento dell’inflazione, fissata per il 2023 al 7,3 per cento ma l’aumento sarà pieno soltanto per le pensioni fino a 4 volte il minimo.

La percentuale di rivalutazione cala invece per le pensioni superiori a questa soglia:

  • 85 per cento fino a 5 volte il minimo;
  • 53 per cento fino a 6 volte il minimo;
  • 47 per cento fino a 8 volte il minimo;
  • 37 per cento fino a 10 volte il minimo;
  • 32 per cento oltre 10 volte il minimo.

Quando ci sarà la rivalutazione delle pensioni?

L’Inps rende noto che per gli assegni fino a  2101,52 euro (pari a quattro volte il minimo) si è erogata già da gennaio la rivalutazione rispetto all’inflazione del 100%. “Dal 1° gennaio – si legge in una nota – l’Inps ha provveduto ad attribuire la rivalutazione delle pensioni e delle prestazioni assistenziali nella misura del 100% a tutti gli utenti che abbiano ottenuto in pagamento nel 2022 rate di pensione per un importo inferiore o uguale a 2101,52 euro”.

“Per tutti gli altri pensionati, nel mese di marzo 2023, l’Inps procederà ad attribuire la perequazione in percentuale in base all’importo annuale in pagamento, come previsto dall’art. 1 comma 309 della legge di bilancio. Nel mese di marzo saranno inoltre posti in pagamento anche gli arretrati riferiti ai mesi di gennaio e febbraio 2023”, ha dichiarato l’Inps.

Dunque, solo a marzo sarà possibile erogare i nuovi importi della pensione, ma nel cedolino saranno inseriti anche gli arretrati di gennaio e febbraio. A mettere nero su bianco la conferma di quello che si temeva è, del resto, direttamente l’Istituto di previdenza.

Perequazione, le anomalie del 2023

La perequazione, di norma, viene effettuata con la mensilità di gennaio, quando gli importi in pagamento l’anno precedente vengono aggiornati al valore stimato dell’inflazione di tale anno, nonché al valore definitivo di due anni prima. Quest’anno, però, è stato caratterizzato da due “anomalie”. La prima è che l’adeguamento al valore definitivo del 2021 è stato anticipato negli ultimi mesi del 2022. La seconda è che, poiché nel disegno di legge di Bilancio 2023 era prevista una modifica delle regole della rivalutazione e l’approvazione della norma si stava dilungando