Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto questa mattina al Quirinale il suo omologo dell’Ungheria, Katalin Novak: tema centrale della discussione è stato la guerra in Ucraina, su cui i due Paesi hanno assunto posizioni diverse.

Il capo dello Stato si è espresso parecchie volte sull’argomento, manifestando la chiara intenzione di un supporto duraturo nelle uscite pubbliche dalla sua rielezione. E così ha fatto anche una settimana fa alla cerimonia di inaugurazione dell’anno di Brescia e Bergamo come capitali della cultura italiana 2023.

Anche di fronte alla leader di Budapest, il mantra non è cambiato:

Il sostegno politico, economico e militare all’Ucraina e le contemporanee sanzioni alla Russia sono propedeutiche alla conclusione della guerra, non alla sua escalation

Sergio Mattarella

Incontro Mattarella-Novak sull’Ucraina, le motivazioni magiare

Incontro Mattarella-Novak, presidente della Repubblica d’Ungheria, incentrato sulla guerra in Ucraina.

Ma il bilaterale ha riguardato anche i rapporti tra i due Paesi, dal punto di vista commerciale e culturale, fino alla condivisione delle prospettive sull’Europa del futuro, sulla situazione umanitaria nell’area dei Balcani.

Katalin Novak, eletta capo dello Stato magiaro, ha poi chiarito in un’intervista i motivi del “no” ungherese all’invio di armi in Ucraina, dopo che ieri è stata firmata a Vienna una dichiarazione d’intenti congiunta con l’Austria. Il governo si era precedentemente opposto anche all’applicazione delle sanzioni contro la Russia e il motivo è piuttosto semplice: la dipendenza di Budapest da Mosca, culturale ed economica.

La domanda che io mi pongo è come si può fermare l’aggressione russa senza causare una Terza guerra mondiale

Katalin Novak, presidente Ungheria

L’obiettivo dichiarato è quello di mantenere relazioni di buon vicinato, pur difendendo la posizione di membro dell’Ue e della Nato. Anche perché l’Ungheria subisce in parte gli effetti della sofferenza ucraina, essendo comunque nazione confinante. Dunque, non va messa in discussione la posizione magiara sul conflitto, che ferma nel sostegno all’Ucraina, al contrario non bisogna dimenticare l’accoglienza sotto il profilo migratorio (circa un milione i rifugiati in arrivo da Kiev accolti dall’inizio del conflitto) e nemmeno gli aiuti forniti nel sopperire all’invio di grano in Africa quando i porti ucraini erano bloccati dal predominio russo.

Di conseguenza, sulla linea Meloni per certi aspetti, l’Ungheria cercherà una mediazione tra i propri interessi nazionali e quelli dell’Unione, senza sacrificare la propria matrice culturale e la propria storia.