In una lunga intervista rilasciata all’interno del podcast On Purpose with Jay Shetty, Lewis Hamilton ha parlato delle sue prospettive per quanto riguarda i suoi ultimi anni come pilota di Formula 1. La stella della Mercedes tra le altre cose ha parlato di come gestisce i rapporto con gli altri piloti (e colleghi): “Abbiamo molte più cose in comune di quanto si possa immaginare, ma siamo molto competitivi, e molti di noi si difendono a modo loro. Si vuole battere l’avversario: può piacere la persona fuori dall’auto, ma non lo si può mostrare. C’è quindi un’intera battaglia psicologica con te stesso che spesso ti ostacola.”
Formula 1, Lewis Hamilton e il suo ruolo con i giovani piloti
Quindi, Hamilton ha chiarito che è pronto a ritagliarsi un ruolo importante anche nello sviluppo di giovani piloti che stanno cercando di ritagliarsi il proprio spazio all’interno del circus: “Mi sento davvero come un pilota più anziano e sto cercando di tendere la mano ai giovani, perché sono loro il futuro. Sono entusiasta di vedere alcuni di loro che si stanno affermando, perché hanno tanto, tanto talento. Non so se hanno la migliore struttura intorno a loro, come io non avevo necessariamente la struttura definitiva che forse ho ora, quindi cerco solo di essere una specie di luce positiva per loro. Tuttavia, nessuno di loro è nero e nessuno di loro ha necessariamente affrontato le stesse cose che ho vissuto io, ma hanno fronteggiato le loro sfide, e penso che si tratti di rispettare questo aspetto in ognuno di noi.”
Infine, il sette volte campione del mondo ha parlato di come viene gestito il tema del razzismo nel mondo della Formula 1, con Lewis Hamilton – ovviamente – come volto principale nella lotta: “Razzismo? Ho cercato di creare degli alleati, avendo conversazioni difficili con alcuni di loro, sono molto grato a un paio di loro che si sono inginocchiati con me nel 2020″.