Cresce la preoccupazione dei pediatri a causa dell’aumento dei casi di scarlattina tra i bimbi.
Dopo tre anni di stop, dovuti alle restrizioni a seguito della pandemia di Covid-19, i contagi sono tornati a crescere in maniera significativa anche in Italia.
Durante gli anni precedenti, infatti, gli esperti aveva assistito ad un evidente crollo del numero dei casi che, adesso è tornato a salire vertiginosamente.
I dati evidenziano che la stragrande maggioranza dei casi di scarlattina si manifesta in particolar modo, nei bambini, e soprattutto nella fascia di età tra i 2 e gli 8 anni.
L’aumento del contagio da scarlattina tra i bimbi è dovuto molto probabilmente, anche, all’impossibilità di evitare i contatti con altri coetanei soprattutto nelle aule scolastiche.
A spiegare cosa sta accadendo nel nostro Paese è stata la coordinatrice del Tavolo Tecnico Malattie infettive e Vaccinazioni della Società Italiana di Pediatria (SIP) e ordinario di Pediatria presso l’Università di Parma, Susanna Esposito che ha dichiarato:
“Anche in Italia, a seguito della pandemia di Covid-19, si era visto un crollo del numero di casi di scarlattina. Ma ora in molte scuole, soprattutto materne, si è osservato un aumento significativo dei casi, pur senza che si siano osservate malattie invasive“.
Inoltre, Susanna Esposito ha voluto rassicurare tutti i genitori, precisando però che è fondamentale seguire alcuni consigli per evitare di complicare ulteriormente l’infezione:
“Non ci sono motivi per allarmarsi, ma è importante fare il tampone in caso di sintomi e iniziare la terapia entro 10 giorni dall’esordio, per evitare complicanze“.
La scarlattina è una malattia che generalmente si manifesta durante l’infanzia ed è causata da Streptococco beta-emolitico di gruppo A. Il periodo di maggior contagio va da dicembre ad aprile.
La dottoressa Esposito ha spiegato quali sono le cause del diffondersi di questa malattia, dicendo:
“Durante il 2020, 2021 e 2022 ha circolato poco. Ora, in assenza di restrizioni, tutti i patogeni hanno ripreso a circolare intensamente. Nelle ultime settimane si sono riscontrate epidemie di scarlattina nelle scuole di diverse città italiane. A differenza di malattie simili, come morbillo e varicella, non esiste vaccino e, una volta avuta, non si è immunizzati”.
Quali sono i sintomi a cui prestare attenzione?
La pericolosità della scarlattina deriva dal fatto che questa malattia, se non adeguatamente curata, può causare precocemente un quadro tossico generalizzato, per via dalla tossina pirogenica, che può arrivare a coinvolgere il cuore, i reni, il fegato e le articolazioni.
Come raccomandato dagli esperti, la cosa principale da fare per evitare complicanze è la corretta diagnosi.
I sintomi più comuni di questa malattia, come ricordato dalla Esposito, sono i seguenti:
“A parte il mal di gola e la febbre, è accompagnata da una colorazione prima biancastra e poi rossa della lingua e da un esantema con minuscole macchioline rilevate rosso acceso, che confluiscono conferendo un colorito uniformemente arrossato. Esordiscono sul torace, per poi allargarsi e accentuarsi nella regione inguinale e alle ascelle. In caso di sintomi, va eseguito il tampone faringeo rapido e, se positivo, va iniziata la terapia antibiotica“.
La scarlattina si trasmette generalmente, per via aerea, tramite le goccioline di saliva emesse, ad esempio, con un colpo di tosse o con starnuti da un bambino malato o portatore del germe ad un altro.
Tuttavia, il contagio può avvenire anche attraverso la cute ma tali casi sono molto più rari.
La scarlattina colpisce, più frequentemente, i bambini dopo il secondo anno di vita ed è raro che essa compaia i prima del sesto mese o fino ai due anni.
L’esperta, inoltre, ricorda a tutti i genitori dei bambini che hanno contratto questa malattia di “trattarla entro 10 giorni dall’esordio per evitare ascessi o reazioni immunomediate, che possono causare complicanze come la malattia reumatica, cardite, glomerulonefrite e artrite post-streptococcica“.
Aumento dei casi tra i bimbi: come prevenire il contagio da scarlattina?
Ad oggi, non esiste ancora un vaccino per prevenire la scarlattina.
È difficile inoltre, evitarne il contagio, ma è raccomandabile tenere il bambino in casa se presenta sintomi ed evitare la condivisione di posate e bicchieri in cui mangia e beve il piccolo, che successivamente dovranno essere lavati accuratamente con acqua calda e sapone.
Fondamentale, inoltre, il lavaggio frequente ed accurato delle mani.
Occorre ricordare, infine, che non è escluso che la malattia della scarlattina possa essere contratta più volte nel corso della vita, in quanto, a differenza di molte altre malattie esantematiche, essa non dà immunità permanente.