Violenza sessuale di gruppo: questa l’accusa a cinque calciatori della Virtus Verona, società calcistica di Serie C, condannati a sei anni di reclusione ciascuno. È l’esito della sentenza emessa con rito abbreviato dal Giudice dell’udienza preliminare Paola Vacca. I fatti risalgono al gennaio 2020, mentre la protagonista è una studentessa di 20 anni.
I cinque imputati, tre ragazzi veneti, un cittadino argentino e un romeno, erano compagni di squadra all’epoca del presunto stupro, verificatosi nella notte tra il 18 e il 19 gennaio. La giovane si era costituita parte civile: prima dell’udienza i cinque l’avevano convinta a ritirare la denuncia dietro risarcimento economico, ma il reato è comunque procedibile d’ufficio.
In sede processuale, il pm ha ritenuto che il risarcimento ricevuto dalla giovane non escludesse la responsabilità penale dei calciatori, chiedendo e ottenendo la pena di sei anni per ognuno di loro. Gli imputati hanno annunciato ricorso in appello.
Calciatori condannati per violenza, la ricostruzione dei fatti
Secondo quanto denunciato dalla ragazza sarebbe stato uno dei calciatori, all’epoca suo compagno di scuola, ad adescarla in un appartamento, dove si trovavano gli ex compagni di squadra di quest’ultimo. Proprio nell’appartamento la giovane sarebbe stata fatta ubriacare e poi sottoposta a rapporti sessuali senza il suo consenso. Una volta salita alla ribalta la vicenda, i cinque erano stati sospesi dalla Virtus Verona: nel frattempo tutti loro, eccetto uno, si sono trasferiti in altre società calcistiche.
Uno degli indagati, l’argentino Santiago Visentin, è imputato a Belluno in un altro processo, sempre per stupro di gruppo, riguardante un analogo episodio avvenuto qualche mese più tardi. Secondo quanto riportato dal Corriere di Verona, gli inquirenti sospettano che Visentin, oggi giocatore del Cittadella in Serie B, abbia commesso un’altra violenza di gruppo assieme ad altri due calciatori nell’agosto del 2020.
Ricordiamo che solamente qualche settimana fa un altro calciatore, Manolo Portanova, veniva condannata per motivi simili.