Oggi Papa Francesco è volato in Africa, nel Congo e nel Sud Sudan, con l’obiettivo di portare un messaggio di pace a due Paesi dilaniati dalla povertà, dai conflitti e da quella che il Santo Padre ha definito una persistente “mentalità colonialista” che ancora considera l’Africa ideale per lo sfruttamento. I gruppi umanitari sperano che il viaggio di Francesco possa accendere i riflettori su due dei conflitti dimenticati del mondo e riaccendere l’attenzione internazionale su alcune delle peggiori crisi umanitarie dell’Africa.

Papa Francesco in Africa, prima tappa: il Congo

Il viaggio di Francesco lo porterà a faccia a faccia anche con il futuro della Chiesa cattolica: l’Africa è uno dei pochi luoghi al mondo in cui il gregge cattolico sta crescendo, sia in termini di fedeli praticanti che di nuove vocazioni al sacerdozio e vita religiosa.

Sì, l’Africa è in subbuglio e soffre anche per l’invasione degli sfruttatori.

Ha detto in pontefice durante un’intervista all’Associated Press la scorsa settimana. E ha aggiunto che la chiesa può anche imparare dal continente e dalla sua gente.

Il Congo, prima tappa di Francesco, spicca come il Paese africano con più cattolici a mani basse: metà dei suoi 105 milioni di abitanti sono cattolici, il Paese conta più di 6.000 sacerdoti, 10.000 suore e più di 4.000 seminaristi — il 3,6% del totale mondiale di giovani che studiano per il sacerdozio.

I fedeli congolesi si sono riversati a Kinshasa per l’evento principale di Francesco, una messa mercoledì all’aeroporto di Ndolo che dovrebbe attirare fino a 2 milioni di persone in uno dei più grandi raduni del suo genere in Congo.

La visita nel Sud Sudan 

La seconda tappa del viaggio di Francesco lo porterà in Sud Sudan, il paese più giovane del mondo dove i continui combattimenti hanno ostacolato l’attuazione di un accordo di pace del 2018 per porre fine a una guerra civile. Francesco ha espresso per la prima volta la sua speranza di visitare il paese a maggioranza cristiana nel 2017, ma i problemi di sicurezza hanno impedito una visita e solo contribuito all’aggravarsi di una crisi umanitaria che ha provocato lo sfollamento di oltre 2 milioni di persone.

La tappa in Sud Sudan segna anche una novità nella storia del viaggio papale, in quanto Francesco sarà affiancato sul terreno dall’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, e dal moderatore della Chiesa di Scozia, Rt. Rev. Iain Greenshields.

Lo scopo della visita è mostrare un impegno cristiano unito per aiutare il Sud Sudan a fare progressi nell’attuazione dell’accordo del 2018. Francesco ha presieduto un’iniziativa congiunta simile nel 2019 in Vaticano, quando notoriamente si è messo in ginocchio e ha baciato i piedi dei leader rivali del Sud Sudan, implorandoli di fare la pace.