Nel suo centesimo giorno da Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni ha ricevuto a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Un incontro che ha sostanzialmente, almeno nella forma, confermato l’indirizzo dell’esecutivo Meloni: inserirsi nel solco del precedente governo, quello presieduto da Mario Draghi, in termini di cooperazione e collaborazione con le istituzioni europee. I sussulti euroscettici che caratterizzavano la giovane Meloni sono ormai superati. Si conferma la regola più vecchia della politica: leoni all’opposizione, responsabili al governo. L’incontro odierno, dicevamo, nelle parole dei protagonisti, conferma tutto questo. Michel – scrive l’AGI – fa sapere che:

Voglio esprimere il piacere e il ringraziamento per la cooperazione sul piano europeo. Perché negli ultimi mesi abbiamo visto una cooperazione molto franca, molto diretta e sincera. Con la volontà, ben legittima, di difendere gli interessi dell’Italia, ma anche con la volontà dell’unità europea. Comprendendo che l’unità europea è anche una forza che è buona per l’Italia. Un’Italia che va bene è un bene per l’Unione europea e un’Ue che va bene è un bene per l’Italia.

Parole, continua Michel, che arrivano: “Nel suo centesimo giorno di responsabilità per la prima ministra, a cui auguro innanzitutto un buon anniversario. Cento giorni sono una tappa importante”.

Meloni riceve Michel: “Incontro che conferma attenzione dell’Italia”

A ribadire il profilo filo europeista del suo governo è proprio Giorgia Meloni che, in riferimento al suo incontro con Michel, dice:

Abbiamo incontrato Michel, come sapete ci eravamo già incontrato lo scorso 3 novembre durante la prima visita istituzionale che avevamo voluto fare a Bruxelles, questa visita del presidente del Consiglio Ue è in preparazione del Consiglio straordinario Ue del 9 e 10 febbraio che si terrà su alcuni temi sensibili. Voglio ringraziare Michel perché la sua presenza dimostra l’attenzione che ha per la posizione italiana in vista del prossimo Consiglio, che avrà al centro del dibattito alcune sfide cruciali, tra tutte l’economia e l’immigrazione. iamo impegnati a fare la nostra parte e ringraziamo Charles Michel per esserci venuti a trovare e aver ascoltato con interesse e attenzione la posizione italiana.

Meloni ha ricevuto Michel anche in vista del Consiglio europeo straordinario del 9 e 10 febbraio. Dove, tra le altre cose, si parlerà del conflitto in essere in Ucraina. Michel ha detto che “Sarà fondamentale riaffermare al Consiglio europeo la costante e forte coesione europea di sostegno a Kiev. Siamo ottimisti sul fatto che questo Consiglio sappia dare risposte importanti”.

Nodo immigrazione

Ma a tenere banco è soprattutto la questione legata all’immigrazione. Meloni, anche su questo, si è mostrata incline alla cooperazione perché: “È un problema europeo” e va risolto in quanto tale. Così il Premier:

Questa è, anche e forse soprattutto, una materia legata alla sicurezza delle nostre società, in Italia e, di conseguenza, nell’intera Europa. è un segnale importante che la Commissione europea abbia riconosciuto, a fine novembre, la priorità della rotta del Mediterraneo centrale e che nei giorni scorsi abbia riconosciuto la specificità delle frontiere marittime europee, e la consapevolezza che la materia vada trattata, per il confine Sud, in maniera diversa da come è stata su altri confini, perché diversi sono gli strumenti che servono.

Proprio sulla cooperazione ha aggiunto che:

A nessuno conviene dividersi su un tema come l’immigrazione – avverte – perché, in fin dei conti, si rischia di fare un favore ai trafficanti di esseri umani e questo non credo che una civiltà come la nostra possa volerlo e permetterselo.

Infine, rivendicando il ruolo dell’Italia dice che il nostro paese:

sta già facendo la sua parte in queste settimane per rafforzare la cooperazione con i Paesi d’origine e di transito dei flussi migratori e credo che l’impegno con l’Africa deve essere di tutta l’Europa. E credo che in Europa ci sono importanti punti di contatto, come credo si possa migliorare l’azione europea in tema di rimpatri.