Il vulcano di Stromboli, questa mattina, si è risvegliato e ha messo in allerta i cittadini catanesi. L’Ingv di Catania ha infatti registrato un segnale sismico legato ad una esplosione di maggiore intensità della durata di circa 3 minuti. L’eruzione ha prodotto una grande nube di cenere che i venti in quota hanno rapidamente trasportato direzione sud dell’isola. Oltre alla nube, dal vulcano sono fuoriuscite colate di lava.
I rilevamenti degli esperti
L’Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) ha registrato una sequenza esplosiva di intensità maggiore a quella ordinaria dell’area craterica centro-meridionale di Stromboli poco dopo le 10 di questa mattina. Tale fenomeno ha provocato il lancio di materiale piroclastico grossolano a diverse centinaia di metri di altezza, la cui ricaduta ha interessato la terrazza craterica e la parte alta della Sciara del Fuoco.
Dal punto di vista sismico l’ampiezza media del tremore vulcanico, in concomitanza di questa fenomenologia, ha subito un incremento sino a valori alti. Non si segnalano variazioni significative nel tasso di occorrenza e nell’ampiezza dei cosiddetti “explosion quakes”. Anche le reti di monitoraggio Gnss e clinometrica non registrano variazioni significative.
Spiegano gli esperti dall’Ingv.
I “movimenti” del vulcano di Stromboli
L’attività ordinaria del vulcano di Stromboli consiste in esplosioni a intermittenza di media-bassa energia della durata di pochi secondi ad intervalli di dieci-venti minuti. Le emissioni sono solitamente composte da bombe scoriacee, lapilli, cenere e blocchi che s’innalzano da poche decine di metri fino ad alcune centinaia. I periodi di inattività sono molto rari, solo tra il 1908 e il 1910 si è registrato il più lungo periodo di quiescenza.
Le colate di lava, di cui solo ventotto registrate nell’ultimo secolo, fuoriescono solitamente attraverso le fratture eruttive della zona craterica all’interno della Sciara del Fuoco composte da prodotti scoriacei e lave scure con una vescicolarità ridotta.