Quadro Raffaello. Il Tondo Brecy, considerata fino ad ora una copia, forse è opera del Maestro. Un’opera denominata “Tondo Brecy” potrebbe essere un autentico dipinto di Raffaello Sanzio, il divino pittore di Urbino che assieme a Michelangelo e Leonardo da Vinci è considerato parte della triade suprema degli artisti rinascimentali. A renderlo noto sono stati gli studiosi di un team di ricercatori dell’Università di Nottingham e dell’Università di Bradford.
Scoperta sensazionale che arricchisce il patrimonio artistico dell’arte italiana. Ma cos’é il Tondo di Brecy? Si tratta di un dipinto su tena del diametro di 95 centimetri che riproduce una delle opere più note e amate di Raffaello, la Madonna Sistina, conservato nella Gemäldegalerie di Dresda.
Il quadro è conservato in una collezione creata dall’uomo d’affari britannico George Lester Winward e si credeva, sino a ieri, una copia della Madonna Sistina di epoca vittoriana. Ma un nuovo sistema ha provato che Raffaello aveva fatto “una copia di se stesso”: un sistema basato sull’intelligenza artificiale e il riconoscimento facciale
L’intelligenza artificiale aiuta a capire che il Tondo Brecy è un quadro di Raffaello
La Madonna Sistina è una delle opere più amate dell’arte rinascimentale. Il particolare degli angioletti è riprodotto quasi quando la Gioconda di Leonardo. Il grande scrittore russo Dostoevskij la considerava il più bel dipinto di sempre mente un altro scrittore russo, Vasilij Grossmann, nel suo racconto la Madonna di Treblinka la usa come simbolo della luce che continua a splendere nonostante il buio del nazismo. Ma come si è scoperto che il Tondo Brecy è una copia della Madonna Sistina. Grazie all’Intelligenza Artificiale, tramite il riconoscimento facciale.
“Il confronto diretto tra i volti – ha detto Il dottor Christopher Brooke, ricercatore onorario presso l’Università di Nottingham, esperto di analisi digitale delle immagini e coautore di un documento di ricerca sul ritrovamento – ha portato a una corrispondenza del 97%, una probabilità statistica molto alta che le opere d’arte siano di autori identici”. Inoltre i pigmenti sono tipici dell’era rinascimentale, quindi l’ipotesi di una copia vittoriana è da escludersi.
Il sistema di riconoscimento facciale usate per scovare il Raffaello nascosto è stato sviluppato da Hassan Ugail, professore di visual computing presso l’Università di Bradford.
“Guardando i volti con l’occhio umano – ha spiegato Ugail – si nota un’ovvia somiglianza, ma il computer è in grado di vedere molto più in profondità di noi, in migliaia di dimensioni, a livello di pixel”. Basandosi su questo studio è certo che il volto della modella che posò per il dipinto era lo stesso della Madonna Sistina e che, sempre stando al professor Ugail, i dipinti “sono senza dubbio dello stesso artista”. Grazie a questa tecnica forse potremo finalmente trovare chissà quanti capolavori ancora, e quante attribuzioni dubbie potranno essere sciolte.
Eugenia Tinghi