Un gruppo di ricercatori dell’Università tecnologica di Kaunas, in Lituania, sta lavorando su un metodo innovativo che permetterebbe di individuare in maniera precoce i sintomi del Parkinson, del quale soffrono circa 10 milioni di persone in tutto il mondo, tra le quali anche Michael J. Fox, Billy Connolly e Jeremy Paxman. Quella di Parkinson è una malattia neurodegenerativa ad evoluzione lenta, ma progressiva, che coinvolge funzioni quali il controllo del movimento e l’equilibrio; ad oggi on esiste una cura, ma la malattia può essere controllata se i sintomi vengono intercettati in modo precoce.
Proprio per questo lo studio dei ricercatori lituani è così importante: si concentra sui sintomi del Parkinson che possono manifestarsi fino a 10 anni prima della diagnosi di malattia: non la rigidità muscolare, i tremori e i problemi di equilibrio, bensì le alterazioni della voce, che tende a diventare più flebile e le difficoltà di linguaggio, soprattutto nella pronuncia delle parole.
Parkinson e sintomi precoci: lo studio
Lo studio sui precoci sintomi del Parkinson ruota attorno all’impiego dell’intelligenza artificiale, che i ricercatori lituani stanno utilizzando per effettuare analisi dei dati vocali ottenuti da registrazioni di discorsi pronunciati dai pazienti, attraverso le quali intercettare i sintomi della patologia. Gli esperti di Kaunas hanno utilizzato l’intelligenza artificiale per studiare campioni di linguaggio di 61 pazienti con Parkinson e 43 volontari sani. In una cabina insonorizzata è stato utilizzato un microfono per registrare il discorso di entrambi i gruppi ed è poi stato utilizzato un algoritmo AI per elaborare le registrazioni e analizzare eventuali differenze.
“I cambiamenti nel linguaggio spesso si verificano anche prima dei disturbi della funzione motoria – ha dichiarato Rytis Maskeliūnas, data scientist presso la Kaunas University of Technology – perché il linguaggio alterato potrebbe essere il primo segno della malattia”.
Secondo il professor Virgilijus Ulozas i pazienti con Parkinson allo stadio iniziale potrebbero parlare in modo più tranquillo, monotono, meno espressivo, più lento e più frammentato, però difficilmente percepibile ad orecchio.
In futuro ci sarà un’App
L’algoritmo di intelligenza artificiale utilizzato per cercare i precoci sintomi del Parkinson non richiede un hardware particolarmente potente e in futuro potrebbe funzionare anche con un’app, come dichiarano gli stessi ricercatori: “I nostri risultati hanno un potenziale scientifico molto elevato, anche se la strada è ancora lunga per poter applicare il sistema nella pratica quotidiana”. Come prossimi step, lo studio ha in programma di ampliare la platea di pazienti per raccogliere più dati possibile e verificare se l’algoritmo funziona bene non solo in ambienti di laboratorio, ma anche in uno studio medico o addirittura a casa del paziente.