“Domenica prossima, durante il GP di Valencia, vorrei che invece di osservare un minuto di silenzio in onore di Marco, venisse fatto un minuto di casino con tutte le moto della MotoGP, della Moto2 e della 125 accese che rombano insieme”. E’ il desiderio di Paolo Simoncelli, padre di Marco, indimenticato campione di motociclismo scomparso una settimana fa sul circuito di Sepang. “E’ arrivata gente da tutta Italia e dall’estero per salutare Marco – ha spiegato papà Simoncelli ai microfoni di Canale 5 – piangono e sono io a consolare loro. A volte penso che Marco sia stato un angelo. Questo calore mi fa sentire meglio e sta aiutando tanto anche noi e credo che la chiave di tutto questo affetto sia il suo sorriso”.

La mente, poi, ritorna indietro, al giorno del funerale quando quindicimila persone si presentarono per salutare l’amico di mille battaglie. In quel momento Paolo si sedette a terra, vicino al feretro, con altri amici del figlio scomparso. “Perché l’ho fatto? Non so perché mi sono seduto vicino alla bara, mi sono sentito di buttarmi lì con la mia bimba”.

Infine, il pensiero vola in avanti, a ciò che sarebbe potuto essere e non sarà mai. Il dolore, piano piano si affievolisce e l’idea balenata nella testa di molti tifosi, quella di intitolare il circuito di Misano al ventiquattrenne pilota, riempe d’orgoglio il baffuto genitore: “Sarebbe un regalo immenso: a lui quel circuito piaceva meno di altri, ma sarebbe un omaggio meraviglioso e se lo facessero io sarei disposto a fare un museo di Marco con le sue tute e le sue cose perché i tifosi possano rendergli omaggio. Marco l’ho portato con me a casa; lui è a casa con noi e ogni tanto me lo stringo forte”.

Piergiorgio Bruni