Negli ultimi mesi Philips ha annunciato migliaia di licenziamenti.
La multinazionale olandese aveva già annunciato il taglio di 4000 posti di lavoro a partire da quest’anno. Ora, tuttavia, l’azienda ha annunciato che ridurrà la sua forza lavoro di ulteriori 6.000 posti a livello globale entro il 2025.
Philips, è solo una delle tante multinazionali che in quest’ultimo periodo hanno dovuto tagliare migliaia di posti di lavoro con l’obiettivo di ridurre i costi e migliorare la competitività.
Diverse big tech hanno già previsto la riduzione del personale aziendale che era stato raddoppiato durante gli anni della pandemia, generando così una grossa ondata di proteste e polemiche.
Le cause all’origine dei licenziamenti Philips
A fine settembre, Philips contava 79.000 dipendenti, tuttavia, secondo quanto affermato anche dall’amministratore delegato del gruppo, Roy Jakobs, il 2022 è stato un anno molto complicato per l’azienda, rendendo necessario il nuovo taglio di personale.
In una nota, il Ceo ha infatti affermato:
“Il 2022 è stato un anno molto difficile per l’azienda e per i nostri azionisti e stiamo mettendo con urgenza in atto azioni nette per migliorare e aumentare la produttività”.
I nuovi licenziamenti dell’azienda si inseriscono all’interno di un nuovo piano strategico, che ha come priorità la sicurezza e la qualità, una maggiore affidabilità della catena di fornitura, un modello operativo semplificato e più agile.
La società mira ad investire il 9% delle vendite in ricerca e sviluppo, ma, al contempo si concentrerà anche su “progetti con meno risorse, risorse migliori e maggiore impatto“.
La decisione di licenziare 6.000 dipendenti entro il 2025 arriva in seguito ad una recente valutazione in merito alle grosse perdite economiche subite nell’ultimo anno, dovute principalmente ad un richiamo sui dispositivi per l’apnea del sonno ritenuti “difettosi”.
Nel corso del quarto trimestre del 2022, Philips ha registrato, infatti, ingenti perdite, che ammontano ad un netto di 105 milioni di euro rispetto ad un utile di 151 milioni incassato nello stesso periodo del 2021.
Inoltre, anche sul piano delle vendite, la situazione non è delle migliori.
Nell’ultimo trimestre del 2022, infatti, il gruppo ha registrato un utile operativo pari a 171 milioni di euro, rispetto ai 162 milioni di euro dello stesso trimestre del 2021.
Il calo delle vendite, comparabile al 3% è stato dovuto principalmente ad alcuni problemi operativi e di approvvigionamento che hanno avuto come conseguenza anche minori vendite in Cina.
Occorre considerare, inoltre, che la domanda dei consumatori ha subito un netto rallentamento durante lo scorso anno.
A inizio 2023, invece, l’azienda registra un graduale miglioramento della conversione del portafoglio ordini e, sulla base di questa lenta ripresa, Philips prevede un leggero rialzo in ambito economico durante l’anno in corso.
Come il Ceo Roy Jakobs ha spiegato nella nota in cui ha annunciato i nuovi licenziamenti, la decisione di tagliare ulteriori posti di lavoro è stata, dunque, “difficile ma necessaria” e va ad aggiungersi ai 4.000 tagli di posti di lavoro già annunciati a ottobre 2022.
Il precedente taglio di 4000 posti di lavoro
Lo scorso ottobre, la multinazionale olandese aveva già annunciato il taglio di circa 4.000 posti di lavoro, creando molto scompiglio tra i lavoratori e non.
La difficile decisione era arrivata dopo un’attenta valutazione aziendale sulla scia di un massiccio richiamo che ha ridotto di circa il 70% il suo valore di mercato nell’ultimo anno.
Per questo motivo, Philips aveva deciso di snellire la propria organizzazione, intraprendendo delle azioni immediate in cui rientra la decisione di ridurre il proprio personale, con il fine di ristabilire la performance aziendale.
In questo caso il taglio dei dipendenti costerà 300 milioni di euro e sarà portato a termine entro il 2023.