Il primo confronto tv tra i candidati alle elezioni regionali nel Lazio si è svolto senza esclusione di colpi. Nello studio di Mezz’ora in più Francesco Rocca (centrodestra), Alessio D’Amato (centrosinistra) e Donatella Bianchi (M5s e Sinistra Italiana) hanno risposto alle domande di Lucia Annunziata senza risparmiare critiche e frecciatine. Tanti i temi affrontanti tra sanità, viabilità, infrastrutture, Autonomia, termovalorizzatore e dissidi interni ai partiti. E non sono mancati certo gli scontri, anche accesi. Vediamo nei dettagli

Confronto tv tra i candidati alle elezioni regionali nel Lazio. I temi trattati, le proposte e i programmi. Tutte le informazioni

Il principale campo di combattimento è stata proprio la sanità, che è la delega che D’Amato ha avuto finora da assessore. Donatella Bianchi critica Alessio D’Amato per la “situazione sanitaria regionale disastrata”, con “liste d’attesa impossibile e persone costrette ad andare fuori dalla Regione per farsi curare”. Francesco Rocca non perde occasione per ironizzare sul battibecco tra i due: “Sono in Giunta insieme ed è quindi singolare sentirli così”. L’esponente Pd ribadisce che durante il periodo del Covid il modello Lazio “ha salvato vite umane”. Rocca ribatte parlando di “lavoro corale, non di un uomo solo”, mentre Bianchi sottolinea la differenza tra l’attività Covid e quella ordinaria degli ospedali. Rocca parla poi degli ospedali che “usano ancora il fax” e il candidato del Pd ribatte: “Non è vero, c’è un sistema digitale che si chiama Advice: è una rappresentazione da teatrino. Voi avete fatto il più alto debito e la più bassa adempienza”. E qui iniziano a scaldarsi gli anim. Bianchi lo incalza: “Il debito è stato generato sia da sinistra che da destra”. D’amato, piccato, le risponde che no, non è così quando interviene interviene Rocca: “La Corte dei Conti nel 2009 ha accertato che Storace non commise illeciti, gli anni di maggior debito sono stati il 2006 e il 2007 (presidente era Piero Marrazzo)”. Qui la frecciata di D’Amato: “Einfatti siamo usciti dal commissariamento. E tu hai lasciato il Sant’Andrea con 80 milioni di disavanzo” (il riferimento è all’ospedale romano di cui Rocca è stato commissario e poi direttore generale). Il candidato del centrodestra si difende spiegando che quella “era una startup: io i soldi li ho saputi spendere, tutti”. Riguardo al discorso autonomia, invece, D’Amato e Bianchi sembrano essere allineati contro il disegno di legge del ministro Calderoli: “Il Lazio sarà di serie B” dice l’assessore Pd, mentre per la candidata scelta da Giuseppe Conte è “una proposta scellerata”. Ma nel 2018 – interviene Rocca – avete votato insieme in Regione per l’autonomia differenziata”. “Non era lo stesso progetto” replicano gli altri due quasi all’unisono. In ogni caso, sul discorso autonomia, anche il candidato del centrodestra sembra mantenersi sulla difensiva: “Se è un viaggio per avvicinare le amministrazioni ai cittadini mi vede favorevole, ma se dovesse rischiare di penalizzare i cittadini del Lazio non mi vedrebbe favorevole”, ha detto. Infine il capitolo rifiuti e termovalorizzatore. Rocca è d’accordo e D’Amato lo difende: “Il termovalorizzatore serve per chiudere il ciclo dei rifiuti a Roma e restituire decoro a questa città. Il tema dei rifiuti a Roma va risolto e l’elettorato credo abbia voglia di vedere una città pulita e pagare meno la tassa sui rifiuti. Sono favorevole a sostenere il sindaco Gualtieri in questa iniziativa”. Bianchi, giornalista che si occupa di ambiente ed ex presidente del wwf, si conferma contraria e parla di una “montagna di bugie” perché si “confonde la raccolta dei rifiuti con lo smaltimento di rifiuti”. La situazione non si risolve, a suo dire, con “un termovalorizzatore realizzato tra 5-6 anni e che dovrà essere operativo per altri 30 per essere ripagato, costringendo il Lazio a stare fermo su questo, mentre tutto il mondo va da tutt’altra parte, Pnrr compreso”. Intanto l’ex presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti, forse allarmato dai sondaggi che vedono il centrodestra inn netto vantaggio, invita gli elettori al voto disgiunto: “Votate le liste che volete – dice – ma poi votate il presidente che può fermare il ritorno della destra”. Un’uscita alla quale Donatella Bianchi ha risposto proprio durante il dibattito: “Non saranno i 5 Stelle a votare Pd. Semmai il contrario”.