Il RdC va dichiarato, fa reddito nell’ISEE? Amara sorpresa per alcune famiglie dopo il rinnovo. In sostanza, nell’aggiornare il certificato ISEE per il 2023, molte persone hanno notato una lievitazione nell’importo dovuto ai redditi percepiti 2 anni or sono.

Sarà stato realmente per il RdC percepito in passato? Qual è la verità dell’aumento dell’ISEE per i percettori del sussidio?

I percettori del Reddito di cittadinanza dispongono ancora di poche ore per presentare il certificato ISEE aggiornato al 2023. L’INPS prepara l’interruzione del pagamento di febbraio, se manca questo documento.

Ecco, perché, tutti coloro che non presentano il certificato reddituale in corso di validità per il 2023, rischiano la sospensione immediata del sussidio di Stato.

L’aspetto che non è piaciuto a molte persone, è dato dall’importo emerso in seguito al rinnovamento del certificato ISEE 2023, risultato in alcune circostanze più alto per l’effetto dell‘erogazione dell’ammortizzatore sociale avvenuto negli anni scorsi.

Per questo motivo, in tanti cercano di capire se il sussidio fa reddito ai fini ISEE, ma soprattutto, perché non avendo redditi da lavoro è aumentato l’ISEE.

Chi prende il RdC fa reddito? La risposta inaspettata

Nelle scorse settimane, diversi percettori del sussidio hanno pensato fortemente di perdere il beneficio in seguito all’aggiornamento dei valori ISEE.

Il motivo è più che semplice, nel rinnovare la certificazione reddituale la voce “reddito” risulta incrementata del valore del Reddito di cittadinanza percepito 2 anni or sono. Ma, sarà questa la vera causa o c’è dell’altro?

La risposta più adatta riguarda la Dichiarazione Sostitutiva Unica – DSU, infatti i redditi inseriti nella dichiarazione si riferiscono agli anni precedenti, ovvero a 2 anni fa. In sostanza, il certificato ISEE aggiornato al 2023 riguarda i redditi percepiti dall’intero nucleo familiare nel periodo d’imposta 2021.

Un risultato che pone in pericolo la continuità dell’accredito di febbraio 2023. È, possibile, infatti che alcune famiglie ricevano un importo RdC ridotto a fronte della nuova dichiarazione ISEE.

Così se i requisiti non vengono centrati, il sussidio viene dimezzato o nella peggiore delle ipotesi sospeso.

Perché il mio ISEE è aumentato per il RdC, non è un lavoro

A tal proposito va detto che l’ammortizzatore sociale non rappresenta un lavoro, quindi non produce emolumenti dovuti allo svolgimento di un’attività lavorativa, ma essendo classificato come sussidio economico di sostegno al reddito, rientra nel quadro delle prestazioni economiche assistenziali, quindi fuori dal campo IRPEF. Per questo motivo, il sussidio non è soggetto a tassazione.

La norma contenuta nel decreto Legge n. 4/2019 prevede l’aggiornamento del certificato ISEE, come obbligo imposto alle famiglie, per garantire la continuità al sussidio. Nello specifico, l’INPS procede allo smaltimento delle domande verificando la presenza dei requisiti normativi che determinano l’erogazione del contributo, come si legge da thewam.net.

Non è possibile godere del Reddito di Cittadinanza se non si rispettano i valori dettati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, riportati in sintesi, quali:

“Un valore ISEE inferiore a 9.360 euro (in presenza di minorenni, si considera l’ISEE per prestazioni rivolte ai minorenni);

un valore del patrimonio immobiliare in Italia e all’estero, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 30.000 euro;

un valore del patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro con possibilità d’incremento in base al numero dei membri familiari, figli e membri disabili;

un valore del reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui, moltiplicato per il corrispondente parametro della scala di equivalenza”.

Reddito di cittadinanza fa cumulo con altri redditi da indicare nell’ISEE?

È interessante capire che il sussidio rientra nella base di reddito percepita e quindi evidenziata nel certificato ISEE.

Tuttavia, va detto che, l’Ente nazionale della previdenza sociale nell’eseguire i controlli decurta il valore del sussidio. Un principio dettato dall’articolo 2 comma 7 della Legge n. 26/2019, in cui viene spiegata la non validità del valore dell’ammortizzatore sociale al fine del rilascio del RdC.

Alla luce di questa considerazione emerge, che il sussidio percepito nel 2021 non produce effetti su quello del 2023, ma va dichiarato per così come impone la norma.

Le possibili variazioni del sussidio in ribasso sono da imputarsi a una diversa quantificazione del reddito percepito dall’intero nucleo familiare.

La chiave dell’aumento dell’ISEE va ricercata nei redditi da lavoro percepiti, come ad esempio, Naspi, assegni o pensione e così via.

Alla base l’Ente tiene conto della continuità dei redditi percepiti, ad esempio se l’assegno sociale viene erogato stabilmente per due o più anni, questo valore incide sul reddito ISEE.

Esistono anche altri benefici economici che incidono sul reddito calcolato ai fini ISEE, come ad esempio la Carta acquisti, bonus bebè, bonus asilo nido, assegno unico, assegno maternità, le indennità di sostegno al reddito erogate dai Comuni e Regioni e così via.