Paola Caruso ha raccontato il dramma che sta vivendo con suo figlio Michele da novembre 2022, ai microfoni di Verissimo su Canale 5.
Paola Caruso malattia figlio
Questo il racconto straziante di Paola che, già all’entrata nello studio di Verissimo, è scoppiata in lacrime:
“A novembre siamo andati al mare a Sharm El Sheik. Michele ha iniziato ad avere la febbre a 38/39. Gli ho dato un antipiretico, ma la febbre non scendeva. Ho chiamato il medico, che parlava arabo, quindi ho chiesto all’hotel di tradurre. Il medico ha detto che serviva una puntura per fare abbassare la febbre. Alla fine mi sono fidata di questo dottore. Non l’avessi mai fatto! Facendogli questa puntura, il bambino ha iniziato a gridare in una maniera tremenda. Dopo mezz’ora, gli ho misurato la febbre, mio figlio si è alzato dal letto ed è caduto a terra. Praticamente non sentiva più la gamba, non la muoveva più. Io sono praticamente impazzita. Da quel 21 novembre la nostra vita è cambiata totalmente.
Siamo andati al pronto soccorso. I medici hanno capito subito che con la puntura è stato lesionato il nervo sciatico e quindi lui non camminava più, non sentiva la gambina. Abbiamo scoperto che gli avevano iniettato un medicinale che non si inietta ai bambini perché è tossico. Il giorno dopo siamo tornati in Italia, lo abbiamo fatto ricoverare in un ospedale neurologico e da quel momento siamo ogni giorno in ospedale. Alla fine di tutto questo la diagnosi è che lui ha una paresi del nervo sciatico. Ora ha ripreso a muovere la gambina, ma con un tutore. I medici hanno detto che è lunga e non si sa come andrà a finire perché in Italia questo medicinale non si inietta. Io sono devastata. Ci sono ovviamente delle azioni legali in corso anche perché non voglio che accada a un altro bambino ciò che è accaduto a mio figlio. Io mi faccio forza, ma in realtà dentro di me sono distrutta”.
L’abbandono del padre
Michele non è stato riconosciuto da suo padre, Paola Caruso ha raccontato:
“Il padre quando l’ha saputo ha fatto due telefonate, poi basta. Non ha chiamato nemmeno a Natale. Ma oggi lui è l’ultimo dei nostri problemi, è meglio che Michele non lo veda, perché in questo momento lo farebbe solo soffrire. Lui da quando ha 3 anni ha lavorato su se stesso per colmare questa mancanza”.