In occasione dell’Angelus di oggi, Papa Francesco ha parlato ai presenti facendo un appello alla pace e al dialogo tra gli arabi e gli israeliani.
Papa Francesco, durante il classico appuntamento della domenica in Piazza San Pietro, ha rivolto a tutti i presenti un invito alla riflessione sulla cultura dello spreco, un tema molto attuale in questo periodo non facile in tutto il mondo. Il Santo Padre davanti ai credenti ha affrontato la domanda del Chi sono i poveri in spirito? “Sono coloro che sanno di non bastare a sé stessi, di non essere autosufficienti, e vivono come ‘mendicanti di Dio’. Si sentono bisognosi di Dio e riconoscono che il bene viene da Lui, come dono, come grazia Chi è povero in spirito fa tesoro di quello che riceve e perciò desidera che nessun dono vada sprecato”.
Papa Francesco ha poi continuato parlando del “non sprecare” anche durante la vita di tutti i giorni.
“In questa giornata vorrei soffermarmi su questo aspetto tipico dei poveri in spirito, quello del non sprecare. Non sprecare ci permette di apprezzare il valore che ognuno di noi ha, delle persone e delle cose. Purtroppo, però, è un principio spesso disatteso, ancor di più nelle società più agiate, in cui domina la cultura dello spreco e dello scarto. Entrambe le cose sono per noi come la peste”.
La sfida del Papa lanciata all’Angelus di oggi
“Vorrei proporvi allora tre sfide contro la mentalità dello spreco. La prima sfida è di non sprecare il dono che siamo. Ognuno di noi è un bene, indipendentemente dalle doti che ha in sé. Ciascuna persona, donna o uomo che sia è ricco non solo di talenti, ma di dignità. Amato da Dio, vale, ed è prezioso. Il nostro Gesù ci ricorda che siamo beati non per quello che abbiamo, ma per quello che siamo in questa Terra”.
Nel mondo risulta che ogni anno vada sprecato circa un terzo della produzione alimentare totale, tutto questo nel nostro Pianeta c’è gente che muore di fame. “Le altre due sfide – conclude il Papa – sono non sprecare i doni che abbiamo e non scartare le persone“. Ecco quindi, l’appello ai popoli e ai governi di Israele e Palestinesi, dopo i fatti avvenuti in Terra Santa. Il Papa spiega come questa spirale di morte che aumenta di giorno in giorno non fa altro che chiuderei i pochissimi spiragli di fiducia che ci sono tra i due popoli per proseguire la vita con serenità:
“Faccio appello ai due governi e alla comunità internazionale affinché si trovino subito e altre strade che comprendano il dialogo e la ricerca sincera della pace. Con grande dolore apprendo le notizie che giungono dalla Terra Santa, in particolare – spiega Francesco – della morte di 10 palestinesi, tra cui una donna. Tutti uccisi durante delle azioni militari israeliane anti-terrorismo in Palestina. E poi di quanto accaduto vicino a Gerusalemme lo scorso venerdì sera, quando sette ebrei israeliani sono stati uccisi da un palestinese e tre sono stati feriti all’uscita della funzione religiosa”.