Mentre Messina Denaro è detenuto nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila, proseguono le indagini degli inquirenti, volte a ricostruire i movimenti del boss e quelli dei suoi fiancheggiatori, per fare luce, almeno in parte, sui trent’anni di latitanza che hanno preceduto l’arresto del capomafia. Nei prossimi giorni, le analisi sulle impronte e le tracce di Dna rinvenute nel suo covo principale, quello di vicolo San Vito a Campobello di Mazara, chiariranno se e quante persone possano aver frequentato la casa abitata dal boss; ma, secondo i residenti della cittadina, è quasi una certezza che Messina Denaro abbia avuto diversi incontri con alcune donne.
News Matteo Messina Denaro: le due presunte amanti del boss
A riportare le voci di paese sulle presunte relazioni di Messina Denaro è il Corriere della Sera. “Dentro la tasca dei pantaloni gli hanno trovato un foglietto con due numeri da chiamare, quando Iddu voleva la compagnia”, avrebbero raccontato all’inviato Fabrizio Caccia alcuni residenti di Campobello di Mazara, alludendo alle amanti del boss e ai ritrovamenti fatti dagli inquirenti nel suo covo: pillole di Viagra, profilattici, ma anche abiti da donna e una parrucca femminile, escludendo che possa averli usati per travestirsi. I carabinieri, anzi, avrebbero già fatto visita alle due donne, perquisendo le loro abitazioni e raccogliendo ogni elemento utile per accertarsi che abbiano davvero fatto visita al boss.
Dai primi dettagli che emergono dalle indagini, sembra che le due donne, entrambe cinquantenni e lavoratrici, siano molto diverse l’una dall’altra: una dai capelli lunghi e neri, l’altra bionada con i capelli corti. A casa di una di loro, secondo il Corriere, sarebbe stata trovata un’auto dal valore di 70mila euro. Alle domande dei giornalisti alcuni familiari avrebbero risposto: “Non è stato un regalo di nessuno, l’ha comprato lei un anno fa sfruttando un’occasione, toglietevi dalla testa certe idee”, cogliendo l’accostamento a un possibile atto di generosità del padrino nei confronti della donna, che sarebbe stata anche vista uscire dalla caserma dei carabinieri di viale Risorgimento, accompagnata da un’amica, dove si era recata “a dare qualche chiarimento”.
Ma la donna, secondo quanto raccontano i residenti, sarebbe stata avvistata più volte anche nel negozio adiacente a vicolo San Vito e, a quanto pare, sarebbe una vecchia cotta del boss. “Matteo Messina Denaro era molto più grande di età, però dicevano fosse innamorato pazzo di lei”, ha raccontato un’impiegata comunale sempre al Corriere, riferendosi alla donna con l’auto di lusso. “Chissà, magari 30 anni dopo lui l’ha rincontrata qui in paese e lei ha deciso di aiutarlo”, ha aggiunto. Voci che potranno essere confermate o smentite solo dalle autorità competenti, ma che lasciano con l’amaro in bocca i carabinieri della caserma che dista solo 500 metri dal covo del boss.
Sembra infatti che, nel novembre 2021, da lì qualcuno avesse fatto partire una segnalazione sulla possibile presenza di Messina Denaro a Campobello di Mazara, invano. “Nessuno ci ha voluto ascoltare”, hanno raccontato ora ai microfoni di Repubblica. Secondo alcune testimonianze, da quelle parti il boss si faceva chiamare Francesco, presentandosi come “un infermiere in pensione, originario della provincia di Palermo con una casa a Trascina e un’eredità lasciata dai parenti”. Solo uno dei suoi tanti nomi.
Non solo Andrea Bonafede: a casa del boss trovati altri cinque documenti falsi
Mentre si cerca di fare luce sulla latitanza del boss, alcuni documenti falsi ritrovati nel suo covo mostrano che, molto probabilmente, quella di Andrea Bonafede è stata solo una delle tante identità usate da Messina Denaro. Nel corso delle perquisizioni, gli inquirenti si sarebbero infatti imbattuti in altri cinque documenti falsi, tutti con la foto del capomafia ed intestati a persone incensurate, che avrebbero prestato il proprio nome al boss – non si sa ancora se volontariamente – prima di Bonafede.