Dramma a Salerno dove un uomo muore durante una Tac. Il 68enne era arrivato al Pronto Soccorso dell’ospedale Ruggi di Salerno alle 19.13 di Giovedì 26 Gennaio, a bordo della propria auto, accusando un dolore localizzato alla spalla sinistra, non provocato da traumi, con tosse e in leggero stato confusionale. I familiari ora, hanno deciso di sporgere denuncia per capire se la gestione del paziente sia stata corretta o se ci siano responsabilità da parte dei sanitari dell’ospedale.
Per gli operatori del triage si trattava di un codice rosso che però è stato visitato alle 3.31 del mattino.
Durante la visita gli vengono effettuate delle analisi ed un elettrocardiogramma i cui esiti non sarebbero però stati buoni. Alcuni valori del sangue risultavano infatti sballati, la glicemia era alle stelle e gli enzimi cardiaci oltre i parametri considerati normali.
Per questo viene predisposta una Tac all’encefalo ed è proprio mentre sta eseguendo quest’ultimo esame che il 68enne muore improvvisamente d’infarto.
Le dimissioni dal Pronto Soccorso, per morte, vengono firmate alle 7.51 di ieri, 27 Gennaio 2023, ben dodici ore dopo l’entrata dell’uomo in ospedale.
Poco dopo le 8 del mattino è scattata inoltre, la richiesta di aiuto alla polizia da parte del figlio, sconvolto da una nottata da incubo e dal tragico epilogo con conseguente denuncia che viene formalizzata a metà mattinata. In ospedale, per gli accertamenti del caso si è recato0 il magistrato di turno.
All’ora di pranzo di ieri, la salma dell’uomo è stata sequestrata dalla polizia per effettuare l’autopsia che si terrà nei prossimi giorni.
È scattata dunque l’inchiesta per accertare se la vittima sia stata seguita clinicamente e, soprattutto, capire la causa del ritardo di otto ore nella visita nonostante l’uomo fosse entrato in pronto soccorso con un codice rosso.
Salerno uomo muore durante una Tac: il racconto dei familiari
Il racconto di quelle dodici ore fatto dai familiari è stato messo sotto la lente di ingrandimento del magistrato per cercare di fare luce sulla vicenda. La cartella clinica è stata sequestrata e gli operatori sanitari presenti quella notte sono stati identificati. È stato inoltre, chiesto il protocollo operativo e le linee guida dell’azienda ospedaliera in merito agli interventi del pronto soccorso.
Durante le prime indagini sembrerebbe che dopo gli esami effettuati dall’uomo già ci fosse qualcosa di strano. L’ipotesi, infatti per il momento è che l’uomo già avesse un infarto in corso quando è arrivato in ospedale e che la situazione sia degenerata nel corso della lunga attesa.
Forse dall’esito delle analisi e dell’elettrocardiogramma il 68enne avrebbe dovuto essere assistito diversamente e forse si sarebbe potuto salvare. Saranno gli esami autoptici a confermare quelle che, per il momento, sono soltanto ipotesi investigative.
Intanto non risultano iscritti nel registro degli indagati ma alcuni medici ed operatori sanitari avrebbero già contattato degli avvocati.
Nelle prossime ore saranno risentiti i parenti e gli operatori sanitari e si cercherà di capire se l’uomo possa aver avuto dei precedenti, se era malato o se si è trattato soltanto di una tragica fatalità.
Nella confusione generale di ieri, all’ Ospedale Ruggi, qualcuno racconta di aver sentito il figlio lamentarsi della modalità con la quale gli operatori avrebbero risposto alle sue domande, giustificando il decesso come “inevitabile” anche se si trattava di un codice rosso ed era stato visita ben otto ore dopo.
Bisogna capire cosa sia realmente accaduto in quella forbice di tempo, se qualcuno ha visto le sue analisi prima di potergli a fare la Tac o anche se l’uomo ha cercato di chiedere aiuto e se qualcuno gli abbia dato ascolto.
Il problema del sovraffollamento del Pronto Soccorso
Sul sovraffollamento del Pronto Soccorso lo scorso Novembre Cittadinanzattiva rappresentata da Vinicio Colangelo e Margaret Cittadino insieme a Medicina Democratica, rappresentata da Salvatore Raimondi e Lorenzo Forte avevano scritto una lettera al prefetto Francesco Russo per denunciare l’immobilismo della dirigenza Asl dopo che, il 31 Ottobre 2022, alle 20.30 al Pronto Soccorso del Ruggi si sono trovate sessanta persone in attesa di essere visitate e quattro autoambulanze ferme con i pazienti all’interno.
In quella lettera le associazioni chiedevano anche di sapere quali fossero le iniziative che Asl e l’azienda ospedaliera intendevano mettere in campo. Un appello che ancora è rimasto inascoltato.