Coni Sport e Salute, Giovanni Malagò attacco il rapporto che è stato instaurato con i favori della politica tra i due enti che regolano lo sport in Italia. “Sport e Salute non dev’essere l’interlocutore del Coni e del Comitato Italiano Paralimpico. Ma per quattro anni è stato così. La politica ha fatto esattamente l’opposto. Ho avuto solo Sport e Salute come interlocutore, sotto ogni punto di vista. Abbiamo subito pressioni e interferenze, perché glielo facevano fare. È stata completamente snaturata la logica dell’idea iniziale della governance” le parole del numero uno di Piazza Lauro de Bonis.
L’attacco al meeting del CIS
Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha parlato del rapporto con Sport e Salute dal palco del meeting nazionale di CSI (Centro Sportivo Italiano) a Roma. “Lo sport di base è lo sport di vertice, non possono slegarsi. Anche per la carta olimpica sono un tutt’uno. Ma qualche scienziato della politica dice che il Coni si occupa dello sport di vertice e gli altri dello sport di base. Non è accettabile” ha dichiarato Malagò.
“È stata completamente snaturata la logica dell’idea iniziale della governance. Sport e Salute è una società di scopo, di servizi, in house, peraltro Spa con finalità commerciali. Per quattro anni non è stata così. Come poteva non essere un gran casino?” ha aggiunto.
“Il casino nel casino nasce da questi 4 esecutivi che, dalle tre righe del 2018 sono arrivati all’involuzione di una riforma iniziale della governance portata su altri temi. Una cosa folle, questa è la verità. Siamo rimasti a galla solo perché c’è un organismo internazionale che ci tutela e ci permette di avere autonomia e indipendenza” ha concluso Giovanni Malagò.
Allo sport un miliardo di euro
Già nei giorni scorsi il numero uno dello sport italiano si era scagliato contro le risorse che la politica ha destinato al Coni che porterà ad un peggioramento dei risultati nel prossimo futuro. “Come è possibile che siamo tra i primi per risultati sportivi pur essendo così toccati dai provvedimenti normativi? Quei risultati non si faranno più, l’ho già detto. Se non cambiamo le politiche sulla natalità è impossibile farli di nuovo. A meno che non si acceleri moltissimo su altri settori, a cominciare ovviamente dal tema dell’impiantistica. “. Poi penso al PNRR, altro tema che va approfondito: 209 miliardi totali e solo 1 miliardo allo sport. Siamo allo 0,5%. Poi andiamo a vedere come lo diamo questo miliardo: 300 milioni all’impiantistica, 700 al sistema. Il calciolo che esce fuori è imbarazzante“.
L’altro attacco del Presidente del Coni è arrivato durante il Forum Osservatorio Valore Sport. “Chi c’era o non è stato capace, cosa che io penso, oppure non ha avuto gli strumenti per fare cose diverse. Poi sugli altri 700 milioni: noi siamo un ente pubblico, vi sembra normale che dei 700 milioni riversati sul sistema noi, come Coni, non abbiamo avuto un euro dal PNRR?”. Il numero uno dello sport italiano ha anche sottolineato: “Il problema è che se non c’è continuità politica è impossibile fare le cose bene nello sport e ipotizzare discorsi a lungo termine. Il 24 giugno 2019 abbiamo portato a casa le Olimpiadi, ma da allora siamo al quarto governo. E ognuno di questi governi ha individuato un soggetto che si occupa di sport. Un soggetto che si porta poi un capo gabinetto, un capo legislativo, una segreteria tecnica, un capo dipartimento e nel frattempo ci abbiamo messo in campo l’ingresso di Sport e Salute. Così esce fuori un pastrocchio all’italiana“.
“Sul PNRR è stata persa un’occasione più unica che rara. Questo è un dato di fatto. Oggi con il governo c’è un dialogo molto
costruttivo su varie tematiche e sono ottimista, ma è chiaro che alcune cose vanno riviste” ha concluso il capo dello sport
italiano.