La guerra tra Usa e Cina esploderebbe nel 2025 come conseguenza dell’invasione cinese di Taiwan. A dirlo non è un indovino, ma Mike Minihan, uno dei più importanti generali dell’Air Force americana, capo dello US Air Mobility Command ed ex numero due del Comando Indo-Pacifico delle forze armate Usa. Quindi, probabilmente, qualche fondo di verità ce l’ha. A riportarlo è la NBC News che racconta come in un promemoria interno pubblicato per la prima volta sui social media ieri, 27 gennaio, e successivamente confermato come autentico dal Pentagono, il generale ha affermato che l’obiettivo principale dovrebbe essere quello di “scoraggiare e, se necessario, sconfiggere” la Cina.

Un memorandum riservato del generale americano svela la possibilità di una guerra tra Usa e Cina nel 2025

“Spero di sbagliarmi. Il mio istinto mi dice che combatteremo nel 2025”, ha detto il leader dell’Air Mobility Command (AMC) secondo cui le elezioni presidenziali in programma il prossimo anno a Taiwan darebbero al presidente cinese Xi Jinping un “pretesto” per l’aggressione militare, mentre gli Stati Uniti sarebbero distratti dalla propria corsa elettorale per la Casa Bianca. L’autenticità del promemoria è fuori discussione dal momento che è stata confermata anche da un portavoce dell’AMC, spiegando che si basa sugli “sforzi fondamentali dell’anno scorso da parte dell’Air Mobility Command per prepararsi a futuri conflitti se la deterrenza dovesse fallire”. Interpellati a rilasciare un commento a riguardo, un portavoce del Pentagono ha risposto spiegando che “sì, è un dato di fatto che l’abbia inviato”. A smorzare i toni è intervenuto poi un portavoce del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, affermando che i commenti di Mike Minihan “non riflettono il punto di vista del Dipartimento sulla Cina” e che il Pentagono si impegna a mantenere la regione indo-pacifica “pacifica, libera e aperta”. Sara, ma è un dato di fatto che i rapporti tra Washington e Pechino sono peggiorati dopo la visita dello scorso agosto a Taiwan della presidente della Camera dei rappresentanti Usa, Nancy Pelosi: il dialogo tra i Ministeri della difesa dei due Paesi è di fatto fermo da allora. Taiwan rappresenta una questione annosa e di difficile risoluzione, quanto meno nell’immediato. La Cina considera l’isola una provincia parte della Repubblica Popolare Cinese (RPC), anche se al momento non è sotto il suo controllo politico o amministrativo. Lo Stato si formò  dopo che le forze del Kuomintang, guidate da Chiang Kai-shek, furono sconfitte dal Partito Comunista nella guerra civile del 1945-1950 e si trasferirono sull’isola. Pechino non ha mai riconosciuto il governo di Taipei. Secondo il principio riconosciuto nel 1979, gli Stati Uniti hanno da tempo riconosciuto, ma mai sostenuto, la pretesa della Cina su Taiwan. Allo stesso tempo, però, vendono armi a Taiwan per difendersi.