La guerra in Ucraina giunge al suo 339esimo giorno, vediamo le notizie principali delle ultime ore.
Il Dipartimento di Stato Maggiore di Kiev ha diffuso i dati relativi agli attacchi registrati nella giornata di venerdì: il bilancio parla di quattro vittime civili nella regione di Donetsk e di sette feriti. Nella notte sono invece 12 gli attacchi nemici respinti, quasi tutti concentrati tra gli oblast di Lugansk e Donetsk. Tra questi c’è anche il villaggio di Bakhmut, ormai sempre più ridotto a un cumulo di macerie.
Attacchi anche a Sumy, nella zona settentrionale del Paese al confine con la Bielorussia.
Guerra in Ucraina, Londra e Washington ora frenano sugli aiuti
Gli aggiornamenti che arrivano dalla guerra in Ucraina si concentrano soprattutto sulle forniture militari sia di Mosca che di Kiev.
Il ministro della Trasformazione digitale ucraina Mykhailo Fedorov ha comunicato l’acquisto di sistemi di difesa per per proteggere le infrastrutture energetiche dai droni russi. Nella nota si parla di “tecnologie all’avanguardia composte da radar e disturbatori del segnale radio che rilevano e bloccano razzi e droni nemici”.
Ma il problema per il presidente Volodymyr Zelensky potrebbe arrivare proprio dagli alleati principali, ossia Regno Unito e Stati Uniti. Secondo una fonte della Royal Air Force, l’aeronautica militare di Londra, il trasferimento dei jet da combattimento all’Ucraina avverrà dopo il ritiro delle truppe russe dai territori occupati, in quanto non rappresenterebbe una priorità. Ma così l’Ucraina avrebbe tutti gli strumenti necessari per difendersi se mai ci dovesse essere un nuovo affondo.
“I carri armati Abrams non raggiungeranno il campo di battaglia in Ucraina, poiché il conflitto sarà già terminato quando questi veicoli blindati saranno preparati per la spedizione”. Questa è la dichiarazione a sorpresa di Scott Ritter, ufficiale dell’intelligence statunitense in pensione ed ex osservatore delle Nazioni Unite sulle armi di distruzione di massa. Secondo il suo giudizio, Washington ha sbagliato a fare false promesse a Kiev, dando anche indicazioni sbagliate a chi, come la Germania, sta per inviare i Leopard. Inoltre, all’interno del Congresso americano serpeggerebbero dei malumori sulla gestione delle finanze destinate alle spese militari in Ucraina.
ISW: “Putin pensa a controffensiva”
Un’altra intervista va ugualmente segnalata ed è quella di Danilov, segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa ucraino.
La Russia si prepara a una nuova offensiva in prossimità del 24 febbraio
Ruslan Danilov, segretario della Difesa ucraina
Secondo il suo giudizio, Vladimir Putin potrebbe cercare uno sprint per raggiungere risultati concreti in Donbass prima dell’anniversario del conflitto. In virtù di ciò, le truppe si starebbero riorganizzando per tornare a esplorare anche la regione di Zaporizhzhia, viste le difficoltà riscontrate nelle aree separatiste.
Anche l’Institute of Study of War (ISW), uno dei principali canali di informazione militare sul conflitto, è convinto che il leader russo non mollerà la presa finché non ci saranno risultati concreti. L’obiettivo sarebbe quello di attuare un’azione difensiva per poi riconquistare l’iniziativa.
Scholz rassicura la Germania: “Abbiate fiducia nel governo”
Sul fronte europeo trovano infine spazio le parole del cancelliere tedesco, Olaf Scholz, che ha voluto rassicurare il popolo in merito all’operato del governo tedesco. Stando alle sue parole, la Germania opererà sempre con l’obiettivo di evitare un’escalation militare pur contribuendo alla difesa ucraina contro gli attacchi russi:
Dall’inizio della guerra abbiamo tre principi guida. Primo: facciamo quello che è necessario per sostenere l’Ucraina, sul fronte umanitario, finanziario e delle armi. Secondo: evitiamo un’escalation. Non si deve arrivare a una guerra fra la Russia e la Nato. E terzo: la Germania non assumerà iniziative solitarie, ma si accorda in modo stretto con i partner, primo fra tutti gli Usa. Questo è il nostro modo di procedere.