Ha suscitato una certa curiosità la notizia proveniente dal Giappone in merito alla realizzazione di distributori automatici che vendono carne di balena.
L’escamotage è stato trovato da un pescatore di Yokohama, uno dei principali porti nipponici, dopo essere stato ostacolato nella sua attività ittica dalle autorità giudiziarie. Gli affari, dopo i primi giorni, sembrano promettere molto bene. Disponibile in diversi tagli, con anche varianti puramente di pesce, ha un costo base di circa 7 euro fino a 23 euro per i formati più grandi e prestigiosi.
Carne di balena, la posizione internazionale del Giappone
Carne di balena in Giappone, cosa è accaduto.
Si chiama Kujira Store, vale a dire “negozio della balena”, ed è un punto vendita non presidiato aperto di recente a Yokohama, vicino a Tokyo, al cui interno sono contenuti tre distributori automatici che vendono prodotti ittici legati alla balena. Altri due sono stati aperti contemporaneamente nella vicina Tokyo, provocando un certo fermento nell’opinione pubblica.
La carne di balena è stata a lungo fonte di controversie nel Sol Levante, con movimenti dedicati che si sono apertamente schierati contro la caccia del gigante mammifero marino. Nel tentativo di stemperare i toni, tre anni fa il Giappone ha interrotto la caccia nell’Antartico e ha ripreso la caccia commerciale alle balene al largo delle coste nazionali. La caccia commerciale delle balene è attualmente vietata dal 1988, tuttavia il Paese non è più membro della Commissione dal 2019 e, di conseguenza, non è chiamato a rispettare le regole.
E anche il governo non condanna fermamente queste pratiche, al contrario incoraggia gli investimenti per le realizzazione di navi sempre più grandi che consentono di riportare i volumi del pescato agli antichi fasti.
Gli ambientalisti temono che l’assenza di regolamentazione su questa neonata attività possa essere un primo passo verso l’espansione alla caccia alle balene. A maggior ragione se il giro d’affari dovesse essere profittevole, facendo così ingolosire i pescatori. In un’intervista, l’uomo che ha “pescato” questa trovata ha dichiarato infatti di volerne fare un business, aprendo fino a 100 punti vendita nel prossimo quinquennio. Anche sotto il profilo del marketing, l’idea è di piazzare i distributori vicino ai supermercati, dove di solito la carne di balena non è disponibile per policy aziendale.