La riforma sull’autonomia è un tema sentito non solo dalle rappresentanze politiche. Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi avverte: “Non deve essere un tema di divisione del Paese”. Spiega che non ce lo si può permettere: “Questo Paese non si può dividere: ha problemi urgenti da affrontare”. Per garantire livelli efficienti di competitività industriale, infatti, “non si non si può rispondere con l’Italia o con un sistema regionale. Per certe sfide abbiamo bisogno di una dimensione almeno europea”, afferma Bonomi. A suo dire la riforma per l’autonomia differenziata su cui lavora il ministro Roberto Calderoli deve garantire la massima efficienza riguardo ad alcuni settori strategici per il Paese come, tra tutti, le reti di trasporto. Si può pensare di “ridurli a microgestioni” oppure, ed è la linea di Confindustria, “tenere la gestione a livello nazionale”. Il riferimento è il traforo del Monte Bianco: “Chi se ne dovrebbe occupare? E’ un tema della Val d’Aosta  è un tema italiano? Qualche riflessione dobbiamo farla”.

Sulla riforma dell’autonomia il governo risponde alle preoccupazioni di Confindustria

A rispondere al leader degli industriali è stato proprio il ministro Calderoli, principale promotore della riforma: “Un confronto con Confindustria lo abbiamo già avviato e intendiamo proseguire in questa interlocuzione. Nessuno vuole spaccare alcunché. Chiaro che ogni livello di governo rappresenta un ostacolo burocratico e con eliminazione di alcuni di questo orpelli di burocrazia credo che il primo ad avvantaggiarsene sarà il mondo delle imprese”, ha detto, mentre traccia già il cronoprogramma per l’approvazione del decreto: “Martedì prossimo, il 2 febbraio, presenterò  il testo aggiornato in pre-Consiglio e credo che nella settimana prossima potrà essere approvata la proposta di legge in maniera preliminare. Poi andrà in conferenza unificata per il relativo parere e poi in Cdm per l’approvazione definitiva e infine la bozza sarà avviata all’esame in Parlamento”, conclude. Del resto anche Matteo Salvini aveva premuto sull’acceleratore affinchè il governo affronti la questione (e approvi la bozza) il prima possibile: “Se il consiglio dei ministri approverà il decreto il 2 febbraio, come spero, la riforma dell’autonomia sarà un vantaggio per tutta l’Italia non solo per il Nord”, ha detto. Un’accelerazione, quella del ministro delle Infrastrutture e i Trasporti, che irrita opposizione e sindacati (ma qualche malumore l’ha provocato anche all’interno della maggioranza). La Cgil intanto si prepara a una “grande mobilitazione” nel caso in cui l’esecutivo tracci il solco tra Nord e Sud. Anche il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri ha detto: “Prima di parlare di autonomia differenziata, bisognerebbe restituire a questi territori e alle persone che hanno sofferto, quello che hanno perso, dalla scuola ai servizi sociali e sanitari, e dobbiamo rimettere tutti sullo stesso piano”. Nel mentre si è conclusa ieri la settimana di ‘consultazioni’ per la ministra per le Riforme istituzionali, Maria Elisabetta Alberti Casellati, che ha incontrato tutti i partiti di opposizione (tra cui Pd e Terzo Polo) per affrontare la questione della riforma del presidenzialismo, che porterebbe all’elezione diretta del presidente della Repubblica o del premier. Casellati ha comunque fatto sapere di voler procedere nel percorso di riforme ascoltando le forze di minoranza per costruire un progetto condiviso da tutti i partiti.