DAVIDE PIAMPIANO ASSISI – Nel pomeriggio di oggi venerdì 27 gennaio 2023, c’è stato un arresto per omicidio volontario con eventuale dolo da parte dei Carabinieri, per quanto riguarda la morte di un giovane durante una battuta di caccia al cinghiale, nelle campagne di Assisi.

Svolta nelle indagini sulla morte di Davide Piampiano, 25enne di Assisi, morto durante una battuta di caccia, nei pressi del Monte Subasio, in località Fosso delle Carceri, in provincia di Perugia. Il presunto autore del gesto sarebbe stato individuato. Non sono ancora note le generalità di questa persona, ma alcuni amici riferiscono che a uccidere Davide sarebbe stato un suo amico, con considerava addirittura come un secondo padre.

Davide Piampiano Assisi, è omicidio doloso

Un’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal GIP di Perugia nei confronti di un uomo, residente ad Assisi.

Il giudice ha disposto delle indagini preliminari verso l’indagato, sulla base degli elementi raccolti dalla Procura della Repubblica.

Sarebbero apparsi infatti, sussistenti gravi indizi di colpevolezza per il reato di omicidio volontario con dolo eventuale.

Alcune dichiarazioni precedenti, riportate da alcuni testimoni, avevano invece fatto emergere che la vittima si trovasse a caccia con un altro amico e che un terzo cacciatore, distante dalla loro battuta, ma residente in quella località, avesse trovato la vittima in fin di vita, dopo aver sentito in lontananza uno sparo ed essersi avvicinato per constatare se i due fossero riusciti ad abbattere un cinghiale.

L’autopsia ha suscitato diversi subbi sull’ipotesi che il colpo fosse stato esploso accidentalmente dallo stesso 25enne, in quanto sembrava inverosimile che potesse essere partito a bruciapelo. Le indagini dei Carabinieri hanno ricostruito una dinamica ben diversa da quella sostenuta in precedenza.

Le prove di omicidio doloso nei filmati sulla GoPro di Piampiano

L’incidente è avvenuto lo scorso 11 gennaio, e le Forze dell’Ordine, hanno sequestrato, oltre ai telefoni, alle armi e agli indumenti di chi era lì, anche una GoPro che la vittima utilizzava per pubblicare i suoi contenuti sui social. Dalle analisi delle immagini presenti sulla GoPro, è emersa la verità su quanto accaduto. Gli elementi visivi presenti nella sua videocamera hanno permesso di concludere l’indagine.

Tristemente crudi e drammatici, dai filmati è emerso che il colpo fatale certamente non è stato esploso dal fucile di Piampiano, ma da quello di un terzo uomo che partecipava alla battuta di caccia. Accortosi di tale accaduto, quest’ultimo è accusato inoltre, di aver tentato di depistare le indagini alterando lo stato dei luoghi e scaricando l’arma di Davide Piampiano, per poi disfarsi del proprio fucile e della propria giacca da caccia, e omettendo di chiamare in modo tempestivo i soccorsi, avvisati solamente dopo vari minuti da un altro giovane. Quella a carico dell’autore è dunque ipotesi dolosa di omicidio, “avendo egli con la sua scelta di non chiamare immediatamente i soccorsi accettato il rischio che il soggetto colpito potesse morire“, sottolineano gli inquirenti. L’uomo si trova ora a Capanne.

Gli organi di competenza, hanno potuto così ricostruire i tragici momenti, assistendo di fatto alla morte in diretta” del povero Davide. Le investigazioni sono comunque ancora in corso.

Tale tragico caso, ricorda un po’ quello di Marco Vannini, ucciso da un colpo di pistola sparato da Antonio Ciontoli, padre della sua fidanzata Martina Ciontoli, ma soprattutto a quel tempo, ex militare e maresciallo della Marina Militare. In quella occasione, come in quella di Piampiano, i soccorsi furono ritardati tanto da provocarne la morte. Gli investigatori di Perugia si sono uniformati proprio a quella giurisprudenza, accusando l’affezionato di Davide.

Chi è l’assassino di Davide Piampiano

L’accusato è Piero Fabbri 56enne accusato di omicidio volontario con dolo eventuale. Proprio quest’ultimo ha provato a chiedere la scarcerazione al Riesame, dicendosi pronto a tornare sul Monte Subasio per chiarire la dinamica dei fatti e smentire l’omissione di soccorso. L’avvocato Luca Maori, ha fatto sapere che Fabbri sarebbe provatissimo dalle accuse inflittegli.