Alessandro Maja strage. Gli ultimi aggiornamenti – Alessandro Maja, interior desing milanese che aveva ucciso a martellate la moglie Stefania Pivetta e la figlia Giulia, verrà sottoposto ad un controllo medico, per comprovare la perizia psichiatrica addotta dalla difesa, secondo la quale l’uomo era incapace di intendere e di volere al momento dei fatti. Il pm Martina Melita ha, allora, permesso che venisse svolta una perizia psichiatrica super partes, che è stata approvata anche dalla parte civile. Sappiamo che l’incarico verrà affidato a partire dal 17 febbraio.
Alessandro Maja strage: cosa è successo
La strage di Alessandro Maja ha gettato in subbuglio Samarate, la città in cui Alessandro Maja, Stefania Pivetta e i due figli Giulia e Nicolò vivevano. L’uomo di 57 anni, lo scorso anno, avrebbe colpito a martellate nel sonno i figli e la moglie, per poi provare a uccidersi.
Sono stati fatti diversi accertamenti per comprendere se la moglie Stefania e la figlia Giulia siano state sedate dal padre, prima di essere uccise in quel modo.
Il figlio è sopravvissuto e, nonostante le difficoltà, si trova ora in ripresa e chiede di poter rivedere il padre.
Il nonno di Nicolò, Giulio, il padre di Stefania, afferma a tal proposito: “Nicolò vuole vedere suo padre, lo porterò sicuramente alla prossima udienza”. Poi, aggiunge di aver risposto ad Alessandro Maja, autore della strage, quando gli avrebbe chiesto qualcosa sulle condizioni del figlio: “Gli ho risposto con una lettera, voglio sentirgli spiegare il perché, e sapere a chi si riferiva quando, al momento dell’arresto, ha detto ‘Li ho uccisi tutti bastardi’”.
La madre di Stefania, tempo fa, intervistata al programma La Vita In Diretta, si sarebbe dichirata contraria all’ipotesi secondo la quale Alessandro Maja fosse incapace di intendere e di volere: “Maja non è pazzo e aveva preparato tutto. Lui sapeva perfettamente cosa stava facendo. Sta facendo impazzire noi dal dolore […] È una cosa che sento: c’è un disegno. Aveva preparato tutto. Aveva scelto tutto e sapeva quando colpire. Non si colpisce poi una persona quando sta dormendo. Lui ne ha colpite tre. Tre persone che stavano dormendo. Ha ammazzato tutti. L’unica cosa che doveva fare era uccidersi e basta e avere il coraggio di finire quello che aveva architettato.”
Alessandro Maja movente: perché lo ha fatto?
Alessandro Maja ha subito ammesso le sue responsabilità e ha rivelato di aver agito per “l’ossessione dei debiti”, scaturita dal periodo di crisi passato durante la pandemia e nei periodi successivi alla pandemia. Questa paura avrebbe portato a continue liti in casa, che sarebbero culminate nel delitto efferato di Alessandro Maja.
Enrico Milani, avvocato di Alessandro, ha raccontato che il suo assistito, nel letto del reparto di psichiatria in cui si trovava, gli avrebbe detto che non si capacitava di quello che era successo: “Non mi capacito di come sia potuta accadere una cosa del genere, non doveva succedere”. E, poi, ancora: “Mi sentivo un fallito, responsabile di non poter garantire lo stesso tenore di vita alla famiglia in futuro, non so perché ho agito così.”
Il legale ha anche aggiunto che, date le condizioni di Maja, è stato difficile avere un colloquio compiuto e completo, oltre al fatto che il suo assistito “è stato immediatamente dichiarato incompatibile con la detenzione”.
Origini del male
Sembra impossibile comprendere l’origine del gesto, poiché, nonostante l’ossessione per i debiti, l’avvocato delle vittime avrebbe dichiarato: “Gli omicidi non sono scaturiti in occasione di una lite, questo é evidente. [Maja non ha] mai avuto alcun problema psicologico o psichiatrico in passato [ed era tenuto in] grande considerazione dalla famiglia”. Inoltre, aggiunge: “era fissato, convinto di vivere in una situazione di imminente indigenza, che dai controlli che abbiamo effettuato non risulta affatto, [anche se] non è possibile se non con le indagini accertare situazioni di indebitamento che esulano i canoni di finanziamento ufficiali.”