Una minaccia che non ammette repliche. Il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto parla senza mezzi termini della guerra in Ucraina. Una frase detta dal ministro chiudendo i lavori del convegno tenuto oggi pomeriggio a Roma sul tema «Prospettive europee per una Difesa comune».
Crosetto: vincere in Ucraina unico modo per evitare guerra mondiale
La terza guerra mondiale “inizierebbe nel momento in cui i carri armati russi arrivassero a Kiev, e quindi ai confini dell’Europa. Fare in modo che non sia così è l’unico modo per fermare la terza Guerra mondiale“, ha confermato Crosetto. Il ministro della Difesa ha aggiunto che chi dice il contrario “non conosce la storia, il punto limite che molti Paesi della Nato non possono vedere superato. Nessuno ce l’ha con i russi, con il popolo russo, dovremmo cambiare il linguaggio – ha detto ancora – esiste una coalizione internazionale che sta aiutando un Paese aggredito”, e c’è un diritto internazionale da rispettare. L’Europa “ha acquisito la convinzione di doversi muovere all’unisono. Mi auguro e spero – ha sottolineato il titolare della Difesa – che qualcuno si prenda carico di essere la leadership. C’è un’Europa diversa, e i prossimi mesi ci diranno se può diventare qualcosa”. Il percorso per arrivare a una Difesa comune europea “non può essere unico per tutti, qualcuno ci arriverà prima” con le proprie capacità di impresa e politica e militare, “qualcuno dovrà prendersi per primo lo zaino sulle spalle e affrontare sentieri inesplorati. E farlo subito”.
“Necessario accelerare difesa comune UE”
Quella in atto in Ucraina è una guerra che “sta incidendo in Europa, inciderà nella Nato”, dichiara il ministro. E non va dimenticato che – prosegue Crosetto – “esiste un fronte Sud, ora siamo sbilanciati sul fronte Est“.
Quanto cominciato il 24 febbraio di un anno fa “ha cambiato lo scenario di riferimento in cui pensavamo di vivere. Questo ha messo in crisi tutte le Difese europee, meno quelle che negli scorsi anni si sono tarate in maniera diversa, come la Gran Bretagna, la Francia, gli Stati Uniti, non dimenticando quanto era successo nella Seconda guerra mondiale e con la Guerra Fredda”.
L’Europa – ha ricordato Crosetto – ha iniziato ad accelerare il percorso per arrivare a una Difesa comune, “ma l’ha fatto negli anni in modo burocratico e non per affrontare un tema come questo che richiedeva velocità, capacità di risposta politica e militare. Ora attraverso la Nato stiamo cercando di trasferirlo in una idea di Difesa europea”, e c’è “necessità” di sinergia tra Nato ed Europa, “con velocità”, coinvolgendo anche l’industria di settore. “Dobbiamo fare velocemente un salto culturale“, ha concluso Crosetto, coinvolgendo insieme forze armate, Unione europea, Stati, la parte industriale. Diversamente, il rischio è quello di “perdere pezzi del mondo in cui finora ci siamo mossi liberamente”.
Solo con la formazione di una vera forza armata europea slegata dalla nato e magari in colloquio con la nato avremo una vera difesa europea. Infatti solo una europa soggetto e oggetto di se stessa e dei suoi confini non tanto si superano i vincoli storici col sistema nato generale ma si crea una identità con uno sguardo militare internazionale dell’europa. Chiaro che l’europa difficilmente potrà avere una vera identità fino a che non si configurerà con un proprio polo finanziario e produttivo europeo.