Che cos’è la nomofobia? E’ la paura di rimanere disconnessi. Da non confondere con monofobia (che è la paura di rimanere da soli), la nomofobia, che proviene dal termine di origine inglese nomophobia, è quella fobia che manda in tilt il cervello di chi ormai non può più fare a meno di essere connesso con il mondo virtuale. La paura di rimanere senza internet, per intenderci, un po’ quello raccontato dalla pellicola italiana del regista Marazzita, ‘Sconnessi’, che racconta le vicende di un gruppo di giovani – ma neanche troppo – abituati, o più che altro dipendenti, dalla connessione ad Internet, wifii o mobile che sia e che trovandosi in un posto dove non è possibile utilizzare nessun tipo di dispositivo che possa connettersi con il mondo esterno, cominciano ad andare fuori di testa invece di cercare di sfruttare l’occasione per cercare di rafforzare i legami già esistenti tra loro.

Che cos’è la nomofobia? Ovvero la paura di rimanere sconnessi

Ed è esattamente questo quello che si intende per nomofobia. Letteralmente è la paura o lo stato di ansia provocati dall’idea di non poter utilizzare il cellulare. In situazioni in cui questo dispositivo non solo non è a disposizione, ma fondamentalmente non è possibile connetterlo ad internet. Secondo gli studi fatti su alcuni soggetti, chi è affetto da nomofobia può presentare sintomi come ansia, sconforto, instabilità emotiva e difficoltà di concentrazione. Gli esperti parlano di un ‘male’ che colpisce soprattutto gli adolescenti, ma non è così. La popolazione che ormai dipende da un dispositivo mobile ha una fascia di età che varia da quella dei teen ager – che naturalmente sono nati nell’era digitale e quindi non saprebbero vivere senza – ma arriva anche ad età come 45-50 anni, non fosse altro che per motivi lavorativi ormai siamo tutti, o quasi, costretti ad usare dispositivi elettronici. Ormai siamo praticamente tutti dipendenti da dispositivi tecnologici, si pensi anche solo per lavoro. La patologia però si riferisce a quando l’uso del dispositivo avviene in modo compulsivo, ossessivo e non costruttivo.

Le conseguenze della nomofobia

Le conseguenze possono essere molte e gravi. Si parte dalla dipendenza per i video giochi, fino ad arrivare ai disturbi del sonno, dell’alimentazione, comportamenti anti sociali e anche depressione. I casi più gravi di dipendenza non si fermano alla spasmodica voglia di viaggiare su internet per cercare qualcosa o quella di andare a controllare i social media, ma arrivano alla dipendenza delle relazioni virtuali, del sesso virtuale ma anche dal gioco d’azzardo online, trascurando naturalmente le relazioni sociali per privilegiare quelle virtuali. Ad essere colpito da questa patologia sarebbe il 6% della popolazione mondiale. La malattia da internet poi colpirebbe nel maggior numero i giovani, che sarebbero il 14% degli under 23 in particolare i ragazzi sarebbero dipendenti dai giochi online mentre le ragazze dalle relazioni virtuali. I ragazzi tra i 14 e i 21 anni rischierebbero di sviluppare un uso problematico dei social media con il bisogno spasmodico di cercare l’approvazione dagli altri. Per questo scatterebbe l’uso smisurato di filtri per le foto, ad esempio. I segnali che permettono di riconoscere il rischio che si stia finendo nel vortice pericoloso della nomofobia sono per esempio il fatto che i giochi online diventino la principale attività giornaliera e di conseguenza si perde interesse per gli altri hobbies. L’aumento del bisogno di essere online è un altro segnale così come i sintomi  di astinenza da uso del cellulare.