Maturità 2023 Valditara e stipendio docenti sono due degli argomenti più caldi degli ultimi giorni con il Ministro Valditara finito nell’occhio del ciclone, con accuse che arrivano tanto dagli studenti quanto dagli insegnanti. La situazione sembra pronta a degenerare con l’assemblea dell’Unione degli Studenti annunciata dal 10 al 12 febbraio prossimo, ma a far discutere è stata anche la frase dove si parlava di retribuzione diversa per i docenti tra nord e sud subito ritrattata. La redazionei di TAG24 ha cercato di approfondire i vari punti ascoltando direttamente la docente Paola Vita del Liceo Francesco D’Assisi di Viale Della Primavera a Roma.

Maturità 2023 Valditara, gli studenti non sono stati ascoltati

La docente d’inglese, materia interna quest’anno per i maturandi, sottolinea come l’Esame di Stato non terrà contro delle gravi difficoltà affrontate negli ultimi anni a causa della pandemia: “Il problema non è l’impianto in sé dell’Esame di Stato, le associazioni studentesche lamentano che anche le attuali classi quinte hanno sofferto la didattica a singhiozzo. La DAD e le inevitabili difficoltà degli ultimi anni, non hanno permesso di studiare in un clima di normalità, quindi credo che almeno ancora per quest’anno sarebbe stato auspicabile e giusto lasciare la commissione interna senza professori esterni che non conoscevano le problematiche dei ragazzi”, sottolineando che siamo davanti ad una problematica ormai molto radicata nel sistema scuola “Il problema sta sempre nella mancanza di dialogo e confronto e soprattutto che chiunque si avvicendi dicastero di Viale Trastevere non sappia ascoltare il malessere di tutte le componenti scuola non solo gli studenti. Gli studenti non protestano a prescindere, ma lo fanno perché manca il dialogo fondamentale tra le sue varie componenti”.

Stipendio docenti e orari di lavoro

Un mio caro collega preside scomparso qualche anno fa diceva che i lavoratori della scuola sono pochi e lavorano troppo”, sottolinea la professoressa che sfata anche il mito delle poche ore in classe “Non lavoriamo 18 ore a settimana, c’è un lavoro sommerso per i colloqui, i consigli di classe e il preparare le lezioni di cui la gente non ha idea a casa. Quello che i docenti lavorano poco è un falso mito. Bisognerebbe creare spazi per stare bene a scuola”. Sulla frase infelice degli insegnanti del nord e del sud spiega: “La situazione degli stipendi non è un problema di retribuzione diversa tra nord e sud, ma bensì di un contratto collettivo da rifare per tutti”.

L’opinione sul Ministro Valditara

La docente sottolinea come il Ministro Valditara non sia un male supremo, ma soltanto l’emblema della mancanza d’interesse della scuola vista più come un problema che come una risorsa per il futuro sociale del paese: “Fino all’insediamento di questo governo nessuno conosceva Valditara, come non conoscevamo il suo predecessore Bianchi. La scuola non interessa ai governi, mancano investimenti e noi insegnanti proviamo un sentimento di rassegnazione“.

Poi ricorda un’esperienza personale di sciopero contro “La buona scuola”, riforma naufragata: “Ci sono troppe crisi sindacali, quando anche io scioperai contro la riforma di Renzi non servì a nulla. La maggior parte degli interventi per la scuola sono contentini di partito. La scuola deve essere aperta al dialogo e a tutti fuori dalle logiche di partito”. Una critica forte va contro l’aggettivo di “merito” attribuito al ministero “Non discuto la persona Valditara, ma sicuramente il nome del suo ministero. La scuola non deve essere un merito, deve essere aperta a tutti. I docenti lavorano bene e male come tutti i lavoratori, vogliamo solo essere ascoltati nelle decisioni”.