Il primo giorno della mia vita cast. L’attesa è finita per il pubblico fedele a Paolo Genovese, il regista dal talento unico e uno stile inimitabile che riesce attraverso ogni film ad arrivare dritto al punto e a lasciare il segno. Il professionista è tornato al cinema dal 26 gennaio con un nuovo capolavoro Il primo giorno della mia vita che in un solo giorno ha già riscontrato molto successo ed è disponibile in molte sale cinematografiche italiane.

Il primo giorno della mia vita è tratto dall’omonimo romanzo da lui scritto nel 2018 e nasce dalla voglia e dalla forza di ricominciare anche quando tutto sembra crollare e non avere più speranza.

Il primo giorno della mia vita cast

Paolo Genovese ha fatto una scelta ben precisa sia per quanto riguarda l’ambientazione che il cast in generale. Gli attori sono tutti dei big del cinema che hanno lavorato già in precedenza con il regista e conoscono il suo modo di fare. Stiamo parlando di Toni Servillo, protagonista principale del film, l’attore interpreta un uomo misterioso che cerca di far innamorare nuovamente della vita quattro persone che sentono di non aver più nulla da perdere e sperare, immobili alle avversità del mondo.

C’è poi Valerio Mastandrea nei panni di Napoleone uno dei quattro in difficoltà; poi ancora Margherita Buy interpreta Ariana; Sara Serraiocco ha il ruolo di Emilia; Gabriele Cristini è Daniele; poi ancora Lino Guanciale, Vittoria Puccini, Elena Lietti, Livia Vitale, Zeno, Giorgio Tirabassi e tanti altri che incontrerete durante il viaggio.

Trama

Vi è un uomo senza nome che guida quattro sconosciuti su uno dei colli di Roma e, dalla vetta, mostra loro tutta la città per poi chiedere quanta gente in quel preciso momento si senta realmente felice. Per rendere ancora di più l’idea fa un gioco: spegne le luci della Capitale e accende soltanto i soggetti con il cuore pieno di gioia. E’ soltanto frutto di immaginazione che serve, però, a rendere l’idea di ciò che è la realtà che passa sotto agli occhi di ognuno senza che ci si renda conto della vera essenza.

Si entra poi nel particolare, l’uomo misterioso analizza la storia di ogni persona che ha accanto a sé: Napoleone lavora come motivatore ma non riesce a vivere come consiglia agli altri; Emilia è un’ex campionessa di ginnastica artistica che conquista sempre il secondo posto, fino a quando finisce sulla sedia a rotelle e decide di smettere; Arianna è un’ex poliziotta con una ferita che non riuscirà mai a chiudere: la morte della sua unica figlia; Daniele è una star del web con 900 mila follower: il bambino diventa popolare in rete con video in cui si abbuffa, sotto il consiglio del padre ambizioso e avido. Nessuno è felice, nessuno sa più come andare avanti, tutti pensano ad un’unica soluzione: il suicidio.

Significato

Paolo Genovese lo ha chiamato esperimento, c’è chi lo chiama evento surreale e chi allude ad un’utopia, ma chi di noi si è mai chiesto perché cosa si è veramente felici? In questo insieme di eventi accumunati da un senso di insoddisfazione e tristezza, ecco che il regista tocca un tema delicatissimo, quello del benessere psicologico. “Né morti, né vivi, sospesi nel tempo”, così inizia a raccontare l’uomo misterioso, lo stesso che darà ad ognuno dei personaggi una settimana di tempo per ripensarci, per innamorarsi di nuovo della vita e per ritrovare la forza e la speranza di trovare in essa ciò che resta di bello, perché vi è sempre qualcosa per cui vale la pena vivere.

“Perché – come ha affermato il regista – si può cambiare prospettiva anche quando veramente pensi di aver perso tutto tanto da decidere di ucciderti… Così ho cominciato a pensare ad una storia dove poter in qualche modo indagare quali possono essere i motivi per far ripartire una persona che veramente ha perso tutto”.