Ultimi aggiornamenti dalla guerra in Ucraina, dove si è giunti al giorno 337 del conflitto: dopo i nuovi attacchi russi alle infrastrutture energetiche ucraine, che hanno provocato almeno 11 morti, si aggrava sempre più la situazione energetica nella regione di Kiev.
Oggi, venerdì 27 gennaio, durante le ore di punta famiglie, imprese e infrastrutture critiche riceveranno solo il 50% dell’elettricità di cui hanno bisogno. Lo ha confermato la Dtek Kyiv regional electric networks, impresa ucraina del settore energetico, citata da Ukrinform.
Il sistema elettrico del paese ha ancora un significativo deficit di elettricità dopo gli attacchi russi. Il 27 gennaio, Nek Ukrenergo ha fornito limiti di consumo per la regione di Kiev a un livello medio di 708 Mw al giorno e 609 Mw a notte. Nelle ore di punta questo rappresenta il 50% della domanda di elettricità della regione, compresi i consumatori domestici, l’industria e le infrastrutture critiche.
Nel frattempo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è intervenuto nel suo consueto messaggio serale, ringraziando “tutti coloro che nel mondo stanno davvero combattendo contro il terrorismo insieme a noi”.
Stanno accelerando la fornitura delle attrezzature di difesa necessarie all’Ucraina e sono pronti ad aumentare la pressione delle sanzioni. L’aggressione russa può e deve essere fermata solo con armi adeguate, bisogna lavorare ancora più attivamente per creare un tribunale sul crimine di aggressione russa contro l’Ucraina.
L’Agenzia per l’energia atomica: “Potenti esplosioni vicino a centrale nucleare di Zaporizhzhia”
Potenti esplosioni si sarebbero verificate nella giornata di ieri vicino alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dai russi: a riportarlo gli osservatori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), riferendosi al massiccio attacco missilistico sferrato ieri. Lo riporta il Guardian.
Ipotesi smentite da Renat Karchaa, consigliere dell’agenzia russa che gestisce le centrali nucleari del Paese, la Rosenergoatom, che ha detto che simili affermazioni sono “infondate”, definendole una “provocazione”.
Guerra in Ucraina, crollo delle esportazioni di grano dai porti del Mar Nero
A causa dell’ultimo attacco ad opera della Russia, le esportazioni di grano dai porti ucraini del Mar Nero sarebbero al minimo storico. Lo conferma il ministero dell’Agricoltura dell’Ucraina, citato dal Kiev Independent. Secondo le autorità, “solo 2,4 milioni di tonnellate di grano” hanno lasciato i porti ucraini a gennaio a bordo delle navi mercantili, quasi la metà delle oltre 4 tonnellate salpate ad ottobre.
Sempre secondo il ministero, a lasciare i porti ogni giorno a gennaio sono state in media due o tre navi mercantili, nell’ambito della “Black sea grain initiative”, accordo sostenuto dalle Nazioni Unite e firmato a luglio da Ucraina, Russia e Turchia per sbloccare le esportazioni di grano ucraino durante l’invasione russa.
Secondo il governatore del Donetsk, la situazione nel Donbass “è peggiorata”
Il governatore della regione di Donetsk Pavlo Kyrylenko, citato dall’agenzia Unian, non nasconde la sua preoccupazione per la situazione lungo l’intera linea del fronte, dove ci sarebbe un “significativo aggravamento” del conflitto. Kyrylenko sostiene che gli occupanti russi avrebbero intensificato i bombardamenti per via della mancanza di successi sul campo di battaglia.
La situazione è peggiorata in modo significativo dal sud al centro della regione. La parte più calda era e rimane la direzione Bakhmut, tuttavia ora c’è un inasprimento dei combattimenti anche ad Avdiivka.
In particolare sono finiti sotto il fuoco i distretti di Avdiivka, Vugledar, Toretsk e Bakhmut.