Regime forfettario e clausola antielusione, la compatibilità che non piace. Il legislatore per il regime forfettario ha fissato un nuovo limite sui ricavi o compensi. Tutti coloro che superano un valore di 100.000 euro, si apre la porta d’uscita dal regime agevolato.

I chiarimenti per le partite IVA poste in uscita dal regime agevolato, arrivano direttamente dall’Agenzia delle Entrate durante la 6° edizione del Forum Nazionale dei Commercialisti ed Esperti contabili in tema di Legge di bilancio 2023.

Nella stessa sede, hanno presenziato al dibattito l’Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza e i principali organi di stampa.

Alla base della discussione, i correttivi apportati per il regime forfettario nella Manovra 2023.

Nello specifico, l’aumento del volume di affari da 65.000 a 85.000 euro, questo è l’intervallo dei ricavi e compensi annui considerati valevoli per il regime forfettario. Il superamento delle soglie reddituali accende la clausola antielusione.

Cosa cambia per il Regime forfettario 2023? Ecco gli effetti della clausola antielusione

Il legislatore ha fissato anche il limite che determina l’uscita dal regime agevolato. Per questo motivo, coloro che producono incassi per oltre 100.000 euro annui, scatta l’uscita dalla misura agevolativa.

Il vero problema, riguardava l’uscita immediata o, meglio, le conseguenze dovute allo scatto dal passaggio agevolativo a quello ordinario. Per questo motivo apparentemente semplice, il fisco è intervenuto chiarendo diversi punti, tra cui quelli inerenti la clausola antielusione.

Uscita dal regime forfettario per superamento ricavi

Per meglio comprendere dove e come ha avuto origine il chiarimento del Fisco, occorre fare una breve e concisa precisazione.

Le partite IVA che viaggiano in regime forfettario, ottengono una serie di vantaggi, ma anche delle limitazioni.

Sicuramente, uno dei vantaggi del regime forfettario riguarda la presenza di un’aliquota ridotta nella misura del 15 per cento, il risparmio prodotto dalle semplificazioni fiscali e così via.

Non tutte le partite IVA hanno diritto al regime forfettario, ma il rilascio dell’agevolazione è subordinata dalla presenza di uno o più requisiti.

Tuttavia, in questo articolo cercheremo di spiegare la presenza della clausola antielusione di 100.000 euro, prevista nel regime forfettario.

Si tratta di una norma contenuta nella Legge di Bilancio 2023, indirizzata appositamente per coloro che viaggiano in regime forfettario.

Nello specifico, riguarda la disciplina d’uscita dalla misura agevolativa. Il legislatore ha previsto per il regime forfetario la cessazione dell’agevolazione nello stesso anno stesso in cui i gli emolumenti percepiti risultano di un valore che sfora 100.000 euro.

Quali sono le conseguenze della legge di Bilancio 2023 per i forfettari?

Le disposizioni normative in vigore per il 2023, sono tante, ma interessa in particolar modo il riferimento sulla clausola antielusione, in cui sono contenuti i parametri che portano all’esclusione dell’agevolazione.

Nello specifico, nella legge di bilancio 2023 vengono riportate più considerazioni che analizzeremo in breve.

La partita IVA in regime forfettario che supera il limite dei ricavi fissati nel valore di 85.000 euro, ma comunque, non sfora la soglia di 100.000 euro, non viene buttata fuori dalla misura agevolativa.

In questo caso, chi viaggia nel regime forfettario, nell’anno corrente, deve provvedere alla regolarizzazione dell’imposta sostitutiva.

Senza necessariamente perdere le agevolazioni e le semplificazioni previste dal regime forfettario.

Come evitare di uscire dal regime forfettario?

Il problema nasce l’anno successivo, in cui non otterrà i benefici del regime forfettario, ma dovrà prendere atto delle nuove disposizioni normative che portano al regime ordinario.

Nell’ipotesi in cui, il reddito oltrepassa la soglia massima fissata nel valore di 100.000 euro. La partita IVA non potrà più godere del regime fiscale agevolato, ma dovrà immediatamente applicare quello ordinario.

In questo caso, infatti, la norma prevede l’applicazione dell’imposta sul valore aggiunto – IVA, con decorrenza dalle fatture seguenti.

È possibile rientrare nel regime forfettario e, quindi, passare dal regime ordinario a quello semplificato e agevolato, se viene ridotto il fatturato e rispettando i requisiti previsti dalla norma.

Tuttavia, il passaggio non può avvenire subito, ma occorrono almeno due anni.