L’attenzione mediatica relativa alla primarie del Pd è tutta sulla contesa Bonaccini-Schlein. Anche se, evidentemente, i due candidati si stanno ben guardando dal punzecchiarsi l’uno con l’altra. Forse percepiscono che tra loro si annidano la maggior parte dei pezzi del partito ed è meglio non inasprire i toni in vista di quello che avverrà all’indomani del rinnovo alla segretetia: una delle due fazioni perderà e dovrà, per evitare che il Pd imploda, collaborare con l’altra. Potrebbe esserci questo ragionamento alla base della modalità, anche comunicativa, con la quale Bonaccini e Schlein si stanno districando in questa fase. Ma ci sono anche altre due candidature: Paola De Micheli e Gianni Cuperlo.
Cuperlo affonda su Bonaccini
Gianni Cuperlo si riferisce sicuramente a Stefano Bonaccini, che ambisce alla segreteria del Pd pur essendo Presidente della Regione Emilia-Romagna, quando – riporta l’AGI – dice:
Vorrei finalmente che ci fosse un segretario o una segretaria a capo di questa comunità di donne e uomini, che sia dedicasse interamente a questo obiettivo: costruire il nuovo Partito democratico, senza avere nessun altro obiettivo in mente, fosse pure il governo del Paese. Tanto non si voterà tra un mese o tra un anno: utilizziamo questa stagione che si è aperta a settembre dell’anno passato, per fare tutto quello che non abbiamo fatto nei 15 anni alle nostre spalle.
Da Bari, a margine di un incontro per la presentazione della sua mozione come candidato alla segreteria nazionale del Partito Democratico, ha poi aggiunto:
Se noi riuscissimo a ricongiungere questa forza che è uscita sconfitta dal voto – e quando si perde, ovviamente la ferita brucia – riconquisteremmo anche una parte significativa di quelli che non hanno più avuto fiducia in noi. E questa è la prima responsabilità che sento nei confronti del mio partito. Credo che sia importante – ha anche detto il candidato alla segreteria – che il Partito democratico a livello nazionale, locale e anche in Puglia recuperi con maggiore forza e determinazione, un presupposto e un principio di coerenza. Noi siamo l’espressione di una sinistra che deve rinnovarsi profondamente.
Alleanze e non
In tema di alleanze, quindi di possibili dialogi con altre forze com il M5s o il Terzo Polo, ha posto i seguenti paletti:
Qualche anno fa, poteva essere all’inizio degli anni Novanta, Norberto Bobbio ammonì così la sinistra italiana (anche allora era divisa in lacerazioni e discussioni sul proprio futuro): ‘Discutono del loro destino, senza capire che dipende dalla loro natura. Decidano la loro natura e avranno chiaro anche il loro destino’. Ecco io potrei dire discutono delle alleanze senza capire che dipende dalla loro identità, decidano la loro identità e avranno chiare anche le loro alleanze.
Ciò su cui vuole decisamente puntare, invece, è la rete territoriale. Di Michele Emiliano ed Antonio Decaro, rispettivamente governatore della Puglia e Sindaco di Bari, ha detto:
In questa regione noi stiamo riscontrando un consenso che va molto oltre rispetto a quello che potevamo immaginare anche se siamo arrivati un po’ tardivamente, ma lo stiamo facendo con lo spirito giusto la passione che serve in una discussione come questa. Dopodiché qualunque sia l’esito di questo congresso lavoreremo assieme.
Lo ha detto anche se le due personalità in questione hanno già fatto sapere di parteggiare per la candidatura di Bonaccini. Cuperlo ha aggiunto:
Antonio è un bravissimo sindaco di Bari, Emiliano è presidente di questa Regione e sono responsabilità amministrative e di governo importanti verso le quali c’è il massimo rispetto e attenzione.
Il progetto dell’Autonomia differenziata
Il Sud Italia guarda con interesse agli sviluppi relativi al progetto di riforma dell’Autonomia differenziata. Cuperlo si è espresso in questo modo:
Difendere l’unità e la coesione di questo Paese, è la ragione che porta me, noi, la nostra piattaforma ad essere profondamenti contrari al progetto di autonomia differenziata avanzata dal Ministro Calderoli. Sono contrario nel metodo e contrario nel merito: nel metodo perché non ha nemmeno avuto il buon gusto o il buon senso di portare quella proposta prima all’attenzione della conferenza Stato-Regioni, e nel merito perché significa rendere ancora più diviso e ingiusto questo Paese con un vantaggio per le regioni più ricche e l’erogazione di servizi di minore qualità per la parte che già oggi è in difficoltà.
Poi ha aggiunto che bisogna:
tenere unita l’Italia oggi è una responsabilità che la sinistra ha sempre avuto. Non è in discussione il valore, il principio dell’autonomia, del regionalismo, lo abbiamo sempre difeso – ha ricordato -. C’è la necessità, però, di capire che ci sono beni essenziali (il diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione), che non possono essere oggetto di un mercanteggiamento tra le singole regioni di questo Paese.