La polizia giapponese è alla ricerca della persona che minaccia di far esplodere bombe nelle scuole e nelle università del Giappone. Le minacce sono state inviate ad un alto numero di istituti scolastici e università nella città di Tokyo e in tutto il Paese. La prima ondata di messaggi è iniziata lunedì, e nella prefettura di Saitama più di 170 scuole hanno ricevuto minacce di bombe, hanno detto i funzionari. Nonostante le minacce, secondo la polizia non sono stati trovati ordigni negli edifici e non ci sono state segnalazioni di attacchi contro alunni o membri del personale.

Minaccia bombe, il Giappone è un Paese sicuro

Il Giappone è un paese sicuro, noto per il suo bassissimo tasso di criminalità. Quando venne ucciso Shinzo Abe, lo scorso 8 luglio, per dare un’idea di quanto sconvolgente fosse stato quell’omicidio basti sapere che nel 2021 gli incidenti con armi da fuoco in Giappone sono stati solamente dieci, secondo i dati del dipartimento della polizia di Tokyo. Parlare di allarme bome, pertanto, è qualcosa di particolarmente insolito per il Paese del Sol Levante.

La paura (fondata) delle esplosioni

La persona che si sta divertendo a far spaventare il Paese invia messaggi di minaccia specificando il numero di esplosivi potenzialmente piazzati – in una comunicazione, per esempio, si affermava che erano state collocate più di 330 bombe – o mette in allarme con messaggi del tipo: “Ho piazzato una bomba importante”. I riscatti richiesti vanno da 300.000 yen a 3 milioni di yen. Martedì la prefettura di Osaka, Saitama e Ibaraki hanno ricevuto lo stesso messaggio dallo stesso numero: si minacciava di far morire studenti e insegnanti con armi fatte in casa. In via precauzionale, molte scuole sono state costrette a chiudere. L’uomo per annunciare il posizionamento dei presunti ordigni utilizza il fax, uno strumento di comunicazione ancora molto usato in Giappone.