L’acuto olfatto delle formiche potrebbe rappresentare un’importante arma nella lotta contro il cancro. È quanto emerge da uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Università Sorbona di Parigi, che ha addestrato tre colonie di insetti a rilevare l’odore delle cellule tumorali umane. In futuro, il loro utilizzo in ambito clinico potrebbe rendere le diagnosi più veloci e, di conseguenza, alzare le aspettative di vita dei pazienti.

Usare l’olfatto delle formiche per la diagnosi del cancro: cosa dice lo studio

Bisogna sapere che le formiche sono immerse in un mondo di odori: anche quando sono completamente cieche, riescono infatti ad orientarsi attraverso l’olfatto, al punto che, se perdono il contatto con la scia dei feromoni, come spiega un articolo pubblicato sul Washington Post, “finiscono col marciare in cerchio fino a morire di sfinimento”. Un team di ricerca guidato dalla professoressa Patrizia d’Ettorre dell’Università Sorbona di Parigi ha ora scoperto che l’acuto senso per gli odori di questi insetti potrebbe rappresentare un valido aiuto in ambito clinico, per la diagnosi dei tumori. Un giorno potremmo usare animali dal naso raffinato – o, nel caso delle formiche, con antenne sensibili – per rilevare rapidamente i tumori”, allungando quindi le aspettative di vita dei pazienti, visto che “prima viene scoperto il cancro, maggiori sono le possibilità di guarigione”, affermano gli autori dello studio, apparso sulla rivista Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences. Ma come avviene la procedura?

Allungando le loro antenne, gli insetti “rilevano e distribuiscono segnali chimici per fare quasi tutto”: trovare cibo, afferrare prede, individuare i propri compagni, proteggere i propri piccoli, “fiutare” i pericoli. È la loro “comunicazione chimica” ad aiutarle a costruire società complesse – fatte di regine e operaie -, che “operano in sincronia con il profumo”. Da questa loro attitudine i ricercatori francesi sono partiti per addestrare tre colonie di Formica fusca, una specie relativamente comune nell’emisfero settentrionale, raccolte nella foresta di Ermenonville, ad associare l’odore delle cellule tumorali a una ricompensa.

“Insetti come le formiche hanno un senso dell’olfatto raffinato e possono essere addestrati facilmente e rapidamente con il condizionamento olfattivo – spiegano gli esperti -. Usando come stimolo l’urina di topi xenotrapiantati con tessuti tumorali derivati da pazienti, dimostriamo che le singole formiche possono imparare a discriminare l’odore dei topi sani da quello dei topi portatori di tumore e farlo dopo solo tre prove di condizionamento”. Il passo successivo sarà quello di testare la capacità delle formiche di fiutare i marcatori di cancro nelle urine dei pazienti normali – senza che vi siano contatti diretti con gli insetti – e non più delle cavie.

Il modo in cui oggi diagnostichiamo il cancro – prelevando sangue, facendo biopsie ed eseguendo colonscopie – è spesso costoso e invasivo. I comportamentisti animali stanno immaginando un mondo in cui i medici un giorno useranno le specie con sensibilità acuta per aiutare a individuare i tumori in modo rapido ed economico“, concludono i ricercatori. Esempi validi arrivano già dal mondo dei cani che, secondo alcune ricerche, sarebbero in grado di fiutare l’odore di un corpo, ma anche dai topi e dai moscerini, in grado di discriminare le cellule danneggiate. Rispetto a questi animali, le formiche possono avere il vantaggio di essere addestrate prima. Servirsene per la diagnosi dei tumori, in un prossimo futuro, potrebbe abbattere i tempi clinici.