Covo Messina Denaro ultime notizie. – I carabinieri avevano individuato un secondo covo per il boss, un bunker in cui Mattia Messina Denaro si sarebbe potuto rifugiare, in ogni evenienza. Si tratta di un immobile in via Maggiore Toselli, al numero 32, a Campobello di Mazara (Trapani), il cui proprietario è Errico Risalvato.
Proprio oggi i legali dell’uomo dichiarano che l’immobile non era in alcun modo un bunker del bosso mafioso, ma una porzione di stanza di 3 metri quadrati munita di porta blindata, in cui si sarebbero trovati gli oggetti preziosi della famiglia Risalvato e, in particolare, i regali di nozze della figlia di Risalvato.
Covo Messina Denaro ultime notizie: il legale accusa la stampa
I legali di Risalvato spiegano che l’immobile in via Maggiore Toselli non è mai stato utilizzato dal boss come covo e spiega che la famiglia Risalvato non è intervenuta prima “nel pieno rispetto dell’attività di indagine della Dda e del diritto di cronaca”, ma che ora, a causa della stampa, è impossibile mantere il riserbo:
“Le notizie di stampa che si sono susseguite in maniera frenetica sono quasi integralmente infondate, riportate in maniera volutamente ambigua; la famiglia Risalvato, consapevole della rilevanza sociale prima che mediatica dei recenti avvenimenti, nel pieno rispetto dell’attività di indagine della Dda e del diritto di cronaca, ha volutamente atteso in silenzio l’evoluzione dei fatti ma la persecuzione, lo sciacallaggio e la diffamazione cui è stata sottoposta da parte della stampa da otto giorni ad oggi, impediscono di continuare a mantenere il riserbo adottato finora.”
I legali smentiscono: “non era un covo”
I legali precisano anche che la stanza sarebbe stata blindata per custodire i preziosi della figlia di Risalvato e regali di nozze, durante le vacanze della famiglia, quando nessuno avrebbe potuto custodirli:
“Smentiamo categoricamente che l’immobile sia mai stato un ‘covo’ di Matteo Messina Denaro e che in casa ci fosse un bunker. Trattasi di una porzione di stanza di 3 metri quadrati munita di porta blindata, apposta nel 2015, utilizzata per riporre – specie nei periodi nei quali la famiglia si allontanava per le vacanze – gli oggetti preziosi di proprietà esclusiva della figlia di Errico Risalvato tutti frutto di regali del marito durante il fidanzamento e il matrimonio, dei genitori e dei nonni materni (promessa di matrimonio, laurea solo per citarne alcuni) come avviene in qualsiasi famiglia. Va anche precisato che tutti i preziosi ritrovati sono muniti di regolare certificato di garanzia dei rivenditori presso i quali sono stati acquistati. Smentiamo categoricamente che all’interno della stanza siano state rinvenute pietre preziose di qualsivoglia dimensione. “
Ad essere smentita è anche la notizia, secondo la quale la famiglia Risalvato sarebbe stata coinvolta nella latitanza del boss Matteo Messina Denaro.
Il ritrovamento del covo
Il nascondiglio è stato individuato dal Ros dei carabinieri e dal Gico della guardia di finanza: Errico Risalvato, che è il proprietario dell’immobile, è stato ex consigliere comunale di Castelvetrano ed è stato sfiorato per due volte dalle indagini per mafia, pur non essendo mai accusato. Il fratello, al contrario, Giovanni Risalvato, è stato condannato per mafia a 14 anni ed è ora libero.
La polizia sperava di cogliere, all’interno del secondo covo, altre tracce e notizie, circa l’attività del boss, durante i suoi anni di latitanza: ci cerca, infatti, la storia criminale del boss e dei suoi affari.
I Ris dell’Arma sono intervenuti per cogliere anche materiale biologico e documentare lo stato dei luoghi, per poi intervenire con una perquisizione vera e propria.
Al suo interno, comunque, sono stati ritrovati oggetti vari, scatole, quadri ed altro materiale, ma non vi era alcun documento, cosa che ha fatto pensare che il rifugio sia stato ben “ripulito” dalle tracce più importanti, prima dell’arrivo della polizia.