Re Carlo contro Twitter: è la sintesi della causa che il sovrano d’Inghilterra avrebbe intentato nei confronti di Elon Musk, ritenuto colpevole di non aver pagato alla Corona inglese l’affitto della sede della sua azienda. L’operazione Twitter, costata al nuovo Ceo 44 miliardi di dollari, sembra quindi destinata a creare ulteriori imbarazzi a Musk, che starebbe occupando gli spazi di lavoro gratuitamente anche per tentare di recupare la cifra spesa per acquisire la piattaforma.
Re Carlo contro Twitter: cosa sta succedendo?
Dopo aver acquisito il social blu, Elon Musk non ha smesso di far parlare di sé: dopo la sospensione di migliaia di profili, i licenziamenti di massa seguiti al suo ultimatum “dedicarsi completamente alla piattaforma o cambiare lavoro” e le presunte dimissioni da Ceo, ci sarebbe ora un altro problema: quello del mancato pagamento dell’affitto della sede del social di Picadilly Circus, a Londra, di proprietà della Corona inglese. Ecco perché, nelle scorse ore, è stata resa nota la decisione di Re Carlo III di intraprendere le vie legali: la Crown Estate, che amministra le proprietà del sovrano d’Inghilterra, avrebbe infatti intentato una causa contro l’azienda di Musk.
L’accusa mossa nei confronti del social è quella di non aver pagato l’affitto dell’ufficio londinese da ottobre 2022, stesso mese in cui Musk ha comprato la piattaforma, ad oggi. Ma la Corona sarebbe solo uno dei creditori di Musk che, in questi mesi, avrebbe occupato gratuitamente numerosi spazi di lavoro per tentare di recuperare, almeno in parte, la cifra spesa per acquisire il social. Già lo scorso dicembre, il proprietario del quartier generale di Twitter a San Francisco aveva citato in giudizio la società per 6,8 milioni di dollari, per lo stesso motivo. Un meccanismo che Musk avrebbe applicato un po’ ovunque, come spiega il New York Times: oltre all’edificio di California Street, il patron di Tesla avrebbe mancato il pagamento di una sede di Seattle e di una fattura dal valore di 197mila 725 dollari per i voli charter privati effettuati nel corso della settimana dell’acquisizione del social. È quanto si legge in una copia della causa intentata contro di lui presso il tribunale distrettuale del New Hampshire.
Sarebbe stato lo stesso Musk ad impartire l’ordine di non pagare l’affitto delle diverse sedi di Twitter, sperando di riuscire a ricontrattare con i rispettivi proprietari un prezzo più basso. Nello stesso piano rientrerebbe anche il taglio dei dipendenti dell’azienda, oltre 7mila, inclusi coloro che erano impiegati nel settore che moderava i contenuti della piattaforma, scelta che ha scatenato non poche reazioni tra gli inserzionisti. Secondo un documento diffuso dal New York Times, in totale, da inizio novembre, Musk avrebbe cercato di risparmiare circa 500 milioni di dollari, imponendo anche ai manager superstiti il “budget a base zero”, che richiede che tutte le spese siano giustificate e approvate in ogni nuovo periodo di budget. Orientata al recupero, anche l’asta delle reliquie di Twitter pensata dal Ceo, attraverso cui l’azienda ha venduto parte del suo “arredamento”, compresa l’iconica statua del Twitter bird, simbolo del quartier generale della piattaforma, venduta per 100mila dollari. Per affrontare tutte le cause intentate contro di lui, il patron di Tesla starebbe ora ricorrendo agli avvocati delle altre società di sua proprietà, come SpaceX, che a questo punto dovranno scontrarsi anche con la Corona britannica.
Elon Musk patrimonio in calo nel 2022
All’acquisto di Twitter per 44 miliardi di dollari ha fatto seguito, negli ultimi mesi del 2022, un vertiginoso crollo delle azioni di Tesla – il cui punto più basso ha toccato un -11% -, che ha fatto perdere a Musk 200 miliardi di dollari. Il suo patrimonio si sarebbe assestato, così, sui 137 miliardi, contro i 340 del 2021.