Il sogno di un presidente della Repubblica (o forse anche premier) eletto direttamente dai cittadini torna sulla scena grazie a Silvio Berlusconi. Il leader irrompe nel dibattito sulle riforme e rivendica la paternità della battaglia lanciata quasi 30 anni fa: “E’ nel dna di Forza Italia”. Più di ogni altro partito nel centrodestra, sembra voler dire. L’ex premier lo ricorda in un ‘blitz’ al telefono con la ministra Elisabetta Casellati, che sta concludendo le sue consultazioni sul presidenzialismo e che nel pomeriggio ha rivisto i capigruppo azzurri. “Quella battaglia fu proposta proprio da me in un discorso al Parlamento già nel 1995”, ripete il Cavaliere. E sul presente incalza: “Ora abbiamo finalmente la possibilità di approvare una bozza di riforma in senso presidenziale per consentire agli italiani di scegliere direttamente da chi essere governati”.

Controcorrente va il Pd, che boccia proprio l’elezione diretta sia dell’inquilino del Quirinale sia di Palazzo Chigi. E ne fa la ‘conditio sine qua no’ per sedersi a trattare. “L’introduzione di un capo dello Stato governante, eletto direttamente dai cittadini, non risolve nessun problema di partecipazione e di stabilità”, è la premessa della delegazione che esce dal confronto con l’ex presidente del Senato. Primo paletto è il ruolo di garante dell’attuale presidente della Repubblica, che per i dem non si tocca. Poi se il problema è l’instabilità dei governi italiani – refrain dei ‘riformisti’ presidenziali – le alternative ci sono, senza intaccare l’assetto parlamentare, insistono. E citano come esempio il modello del cancelliere tedesco e la sfiducia costruttiva.