Investimenti per le autostrade fino a sessanta miliardi di euro in quindici anni. Questo è l’obiettivo, nonché la mole di impegno, che l’Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori (Aiscat) si pone per i prossimi tre lustri. Il mondo delle autostrade italiane si dice dunque pronto di mettere davanti a sé un doppio obiettivo: da una parte garantire il rilancio economico del Paese dal punto di vista dei trasporti e degli spostamenti, mentre dall’altra si parla di digitalizzazione e di transizione ecologica. Si tratta di un nuovo passaggio nel settore degli investimenti nelle autostrade.

Lo stesso presidente Aiscat, Diego Cattoni, ha così fatto una sintesi massima in conclusione dell’assemblea dei soci per ciò che coinvolge il comparto autostradale. Tra gli obiettivi degli investimenti, oltre all’estensione complessiva di circa 6mila chilometri di manto stradale – vicini al 90% dell’intero sistema autostradale italiano -, c’è anche quello dedicato alla gestione della mobilità nazionale sotto tutti gli aspetti, a lungo, medio e corto raggio. “Rappresentano – ha ricordato Cattoni – la prima infrastruttura nazionale della mobilità”.

“Il settore della mobilità – ha osservato Cattoni – è oggi alla vigilia di quella che potrà essere una vera e propria rivoluzione come non si vedeva dal dopoguerra. L’evoluzione tecnologica, unita ad una nuova sensibilità sul fronte ambientale, permette di costruire fin da subito un futuro assai diverso dal presente che conosciamo e il comparto delle autostrade a concessione è in grado di garantire in tempi rapidi gli investimenti necessari senza gravare sulla fiscalità generale”

Investimenti nelle autostrade: i precedenti

Gli investimenti sul settore dello autostrade sono dunque ingenti, ma non sono i primi che riguardano il nostro Paese. Non si tratta, dunque, di una novità: 28,1 miliardi di euro di investimenti nel periodo 2000-2021, 13,5 miliardi di euro di manutenzioni ordinarie nel periodo 2000-2019.

Tra i numeri la stessa Aiscat analizza i livelli di traffico rispetto al passato. Parliamo di numeri che risultano essere più alti del 154% circa rispetto al 1980, ma con un numero di morti ridotto del -72%; dall’inizio del nuovo millennio, si è passati dagli oltre 11.300 incidenti, con 600 morti, ai circa 5.200 incidenti con meno di 200 morti del 2021, con un’incidenza rispetto al totale nazionale di circa il 6%. Questo un po’ stride con i dati sugli incidenti stradali da parte della polizia stradale, ma ci fornisce comunque un quadro rassicurante e diverso.