Il pedagogista a scuola è un libro a cura di Enrico Miatto, Studium Edizioni. Ne abbiamo parlato con Vanna Iori, già parlamentare (deputata e poi senatrice), e prof ordinario di Pedagogia generale e sociale presso Università Cattolica Milano, ad Open Day, su Radio Cusano Campus. La Iori ha offerto un piccolo contributo alla stesura del libro, dove ha voluto sottolineare “l’importanza del ruolo degli educatori, dei pedagogisti e le fragilità acuite durante la pandemia, sono espressione di disagio emotivo che i nostri adolescenti, preadolescenti stanno vivendo. Si tratta di problemi legati alle insicurezze, all’isolamento, alle povertà educative spesso collegate a quelle economiche – ha fatto notare Vanna Iori – la mancanza di competenze legate alla propria vita emotiva portano a episodi aberranti come gli abusi sessuali. Questi, vanno accompagnati preventivamente, sono la conseguenza del non poter dare un nome alle emozioni.”
Il pedagogista a scuola preverrebbe fenomeni sociali gravi e radicati
Il pedagogista a scuola avrebbe la funzione di prevenire fenomeni sociali gravi e radicati, come il bullismo, il cyberbullismo, episodi che portano a provare emozioni come rabbia, paura, e che danno vita a comportamenti aggressivi. “Sono aumentati del 30% gli accessi al pronto soccorso dei minori tra i 10 e i 17 anni, si tratta di ragazzi che si tagliano, vengono ricoverati in pediatria, ci sono sfide educative che non possiamo assegnare agli insegnanti – ha osservato la Iori – sebbene molti lavorino con passione, è giusto ricordare che il loro compito è soprattutto di docenza e trasmissione delle competenze, saperi, quando si trovano ad avere a che fare con ragazzi e genitori in difficoltà, la figura dell’educatore e pedagogista scolastico diventa importante sia dentro che fuori la scuola.”
La proposta di legge
Non è la prima volta che ci troviamo a raccontare l’importanza dei pedagogisti a scuola, al contrario, è un concetto che torna da tempo, e da tempo non trova soluzione. Tempo fa “è stata presentata una proposta di legge sulla comunità educante che proponeva la figura dell’educatore, del pedagogista e dello psicologo. L’idea era di rivolgersi allo psicologo quando il disagio è conclamato, ma per prevenirlo è necessario che ci sia un educatore o un pedagogista. Oggi ho saputo che domani sarà nuovamente depositata nuovamente la proposta, sono fiduciosa che possa andare avanti questa prospettiva di inserire nella scuola queste tre figure in maniera stabile, sono fiduciosa che queste figure possano lavorare dentro e fuori la scuola per costruire una comunità educante nuova. Bisogna che la scuola abbia un ruolo centrale, ma che sia in comunicazione, con le altre agenzie educative presenti sui territori: c’è bisogno di grande integrazione tra chi si occupa dei ragazzi e del benessere delle persone.”
Pedagogista vs psicologo
Qual è la differenza tra il pedagogista e lo psicologo? Il secondo è un esperto ormai ben conosciuto, mentre il primo è meno chiacchierato. “Il pedagogista è una figura che ha la funzione di affrontare il disagio nascente e se possibile di prevenirlo. Prima che si debba ricorrere allo psicologo sull’analfabetismo emotivo, si deve lavorare sul versante preventivo: guardare avanti, progettare il futuro, concepire un progetto di vita impregnato di una prospettiva progettuale che siano di sostegno alla crescita della persona. Questo è lo scopo del pedagogista nella scuola, consentire ai ragazzi di raggiungere le potenzialità creando ambienti di vita che facilitino il lavoro educativo, e quindi prevengano i disastri di cui poi leggiamo quando è troppo tardi”.