Dovrebbe uscire nelle sale quest’estate l’attesissimo film Napoleon di Ridley Scott. Il regista britannico noto soprattuto per capolavori come Blade Runner e Il Gladiatore in realtà riprende l’argomento del suo film d’esordio I duellanti tratto da un racconto di Joseph Conrad e ambientato proprio nelle file dell’esercito napoleonico. Ma se il primo film di Scott attraversa tutta l’epopea napoleonica da Marengo a Waterloo attraverso gli occhi di due ufficiali francesi, ecco che stavolta tutto sarà visto dagli occhi stessi dell’Imperatore, che avrà il volto di Joaquim Phoenix. L’attore, premio Oscar, per Joker, ha già vestito panni “imperiali” in un altro film di Ridley Scott: ce lo ricordiamo tutti come iconico Commodo ne Il Gladiatore. A detta dello stesso Scott il contributo di Phoenix alla costruzione del personaggio è stata fondamentale e basta dare uno sguardo alle foto di scena per avere i brividi: gli occhi di Phoenix paiono esattamente quelli di Napoleone come appaiono in un ritratto di Appiani o Jacques- Louis David

Napoleone, una scommessa persa da grandi registi

Chi ha visto l’anteprima del film ne parla come di un capolavoro. Ma portare Napoleone al cinema è stata un’impresa su cui sono caduti giganti del cinema.

Il primo tentativo di portare l’Imperatore sul grande schermo data 1927. E’ Abel Gance, regista francese, che tenta l’impresa con un progetto titanico che doveva comprendere sei film, dalla Rivoluzione francese a Sant’Elena. Di questi Gance riuscì a girare solo il primo che parte dall’infanzia del Corso per arrivare all’inizio della Prima Campagna d’Italia. Napoléon di Abel Gance è considerato uno dei capolavori del muto, ma non ebbe seguito. Solo nel 1960 l’anziano regista girò un dimenticabile Napoleone ad Austerlitz.

Nota è l’ossessione di Stanley Kubrick per Napoleone. Il grande regista aveva una vera e propria monomania per il Grande Corso, possedeva un’intera biblioteca su di lui e addirittura ne imitava alcune abitudini. Come si sa il Napoleone di Stanley Kubrick è uno dei grandi progetti incompiuti della storia del cinema. Kubrick si sentì sbattere le porte in faccia dalle case di produzione dopo il flop di Waterloo, film del regista sovietico Sergej Bondarchuk prodotto da Dino De Laurentiis con Rod Steiger nel ruolo di Napoleone. Il film ebbe costi enormi (addirittura furono impiegati come comparse 17mila soldati sovietici). Kubrick ripiegò girando Barry Lyndon di a,mbientazione simile, ma il Napoleone fu il suo grande rimpianto e tuttora la sceneggiatura del film è un po’ il Santo Graal dei cinefili.

Ma anche l’insosepettabile Charlie Chaplin, il pacifista Chaplin ebbe una vera ossessione per Napoleone, e anche lui voleva girare un film su di. Esistono foto di scena di Chaplin nel ruolo di Napoleone. La trama doveva trattare un’immaginaria fuga di Napoleone da Sant’Elena e il suo rendersi conto, una volta in Francia, dei disastri umani provocati dalle sue guerre con sua conversione al pacifismo. Le vicende della Seconda Guerra Mondiale portarono Chaplin a cambiare “guerrafondaio” e a fare un film simile su Hitler, quello che poi sarà Il Grande Dittatore.

Ma se Chaplin detestava sinceramente Hitler, era nondimeno affascinato dall’Imperatore francese, nonostante il suo pacifismo. Diceva che lo sguardo dolente di Napoleone a Sant’Elena lo affascinava maggiormente di quello di Cristo in croce, perché lo trovava più umano. Ridley Scott ha quindi raccolto una sfida pericolosa. Ma crediamo che possa vincerla, esattamente come vinse la scommessa sui kolossal peplum, oramai passati di moda e resuscitati col Gladiatore.

Eugenia Tinghi