Plusvalenze Juventus difesa. E’ inevitabile che questi ultimi giorni siano stati movimentati. Il caso Plusvalenze sta tenendo banco fra gli argomenti più discussi nel panorama calcistico. Primo perché c’è la Juve, la squadra più amata e più titolata d’Italia, ma anche la più odiata dal resto della penisola, poi perché i fatti che stanno emergendo lasciano il clamore nonostante tutto.

Nonostante il sistema calcio è sempre stato a conoscenza di questo tipo di agire, nonostante non sia stata la sola società Juventus ad agire in questa direzione, nonostante c’è chi si tira fuori dal non aver mai assunto questo tipo di atteggiamento riguardo le compravendite dei calciatori, nonostante un campionato particolare che ha visto trasformare una classifica così in mezz’ora dalla sentenza emessa, nonostante le procure di altre città non si muovono come quella di Torino. I tifosi della Juve e delle altre squadre su questi temi pongono la loro attenzione e nel frattempo aspettano curiosi di sapere cosa accadrà alla fine di tutto.

Intanto, nell’attesa di leggere le motivazioni che hanno spinto i giudici della corte federale d’appello a sanzionare la squadra Juventus con 15 punti di penalizzazione, il club bianconero attraverso i suoi legali, si sta preparando affinché il Collegio di garanzia del Coni che rappresenta l’ultimo grado di giustizia sportiva, accetti il ricorso presentatogli. Per far sì che questo avvenga, il lavoro della difesa è mirato a cercare quel vizio di forma che presenterebbe la sentenza emessa dalla Corte federale.

Plusvalenze Juventus difesa: la norma di “lealtà” non prevista sulla squadra

Se c’è da trovare quel vizio di forma che convinca il Collegio ad annullare la sentenza della corte federale, allora secondo la difesa potrebbe essere già sul piatto da servire per il ricorso.

Dopo che alla Corte federale è stata accolta l’istanza di revocazione per poter ripetere il secondo grado di un procedimento già passato in giudicato, tra l’altro con l’assoluzione della Juventus, l’accusa ha potuto modificare le sanzioni alla luce di nuove prove. Ma queste nuove sanzioni erano previste dagli stessi capi di imputazione presentati all’inizio del processo stesso? La condizione da rispettare questo imponeva.

Tutto, dunque nasce dall’articolo 4, (che si collega al comma 2 all’articolo 8 che definisce le sanzioni) quello che interessa i doveri di lealtà, correttezza e probità. Il procuratore Chinè l’ha richiamato nella requisitoria per giustificare i 15 punti di penalizzazione inflitti alla Juventus nel campionato in corso.

Ma nel deferimento di aprile 2022 non è stato contestato l’articolo 4, ma solo l’articolo 31 comma 1 (quello sugli illeciti amministrativi come le plusvalenze) che prevede come sanzioni l’ammenda con diffida (infatti, si parla di violazioni che non abbiano inciso sull’iscrizione al campionato, trattate nel comma 2) e l’articolo 6 (comma 1 e 2) sulla responsabilità diretta e oggettiva del club sull’operato dei suoi rappresentanti e dirigenti.

E allora? E’ qui che si giocherebbe la partita. Per i legali della Juventus, è stato contestato un illecito non presente nel deferimento dell’aprile scorso, tant’è che lo hanno fatto presente anche nelle controrepliche con cui si è chiusa l’udienza davanti alla Corte d’Appello Figc.

«L’articolo 4 non è espressamente richiamato nella contestazione contro la società, oltre al 31 c’è solo l’articolo 6. Non si possono integrare due illeciti rispetto allo stesso fatto. La Procura sta cercando di celebrare un altro tipo di processo con un altro tipo di contestazione»

La posizione della procura

Pe quanto riguarda la posizione della Procura è netta, essa si pone con un atteggiamento di fermezza e sostiene che nel deferimento i dirigenti rientravano nell’articolo 4 in quanto ritenuti responsabili direttamente e oggettivamente e che la sanzione della penalizzazione può essere comminata alla squadra Juventus.

L’articolo 4 della giustizia sportiva cosa dice

L’art. 4 del Codice di Giustizia Sportiva afferma che «i soggetti di cui all’art. 2 (società, dirigenti, atleti ecc.) sono tenuti all’osservanza dello Statuto, del Codice, delle Noif nonché delle altre norme federali e osservano i principi della lealtà, della correttezza e della probità in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva»

Non vorremo essere al posto del Collegio di garanzia che certamente si ritroverà tra pochi giorni a dover sciogliere uno delle questioni più contorte degli ultimi anni: da una parte la procura che in secondo grado si rifà all’articolo 4 e dall’altra la Juventus che ne contesta il richiamo perché nel deferimento non gli era stato contestato l’articolo 4!