Matteo Messina Denaro news. Si è tenuto questa mattina, intorno alle 11, presso il carcere Pagliarelli di Palermo, l’interrogatorio di garanzia di Andrea Bonafede, il geometra incesurato che è stato arrestato dai carabinieri del Ros per aver prestato la sua identità al boss mafioso di Cosa Nostra. L’accusa a suo carico è di associazione mafiosa, ma l’imputato si sarebbe oggi avvalso della facoltà di non rispondere. È stata perquisita, intanto, l’abitazione della madre di Messina Denaro in via Alberto Mario, a Castelvetrano, dove il boss avrebbe trascorso l’ultimo periodo prima della latitanza.
Matteo Messina Denaro news: Bonafede si è avvalso della facoltà di non rispondere
L’accusa a carico di Andrea Bonafede, il geometra arrestato a Palermo per essere stato il prestanome di Matteo Messina Denaro, è quella di associazione mafiosa. Secondo gli inquirenti, l’uomo, finora incensurato, avrebbe ceduto al capomafia il proprio documento di identità affinché potesse metterci la sua fotografia e accedere alle cure del servizio sanitario nazionale, almeno dal 13 febbraio 2020, quando il boss di Cosa Nostra fu operato all’ospedale di Mazara del Vallo. Un’ipotesi avvolarata anche dalle immagini catturate delle videocamere di sorveglianza di un supermercato di Campobello di Mazara, dove si vedrebbe Messina Denaro girare tra le corsie col carrello. Un riscontro importante per gli investigatori, che dimostrerebbe che il padrino di Castelvetrano vivesse stabilmente, almeno nei mesi precedenti alla cattura, all’interno dell’appartamento di vicolo San Vito acquistato per lui proprio da Andrea Bonafede.
Il geometra avrebbe inoltre consentito al boss di attivare una carta bancomat per sostenere le spese necessarie al suo sostentamento durante la latitanza; grazie a lui, Messina Denaro avrebbe anche potuto disporre di una Fiat 500 e di una Giulietta con cui muoversi indisturbato: entrambe le auto – i cui documenti sono stati ritrovati nel covo del boss – erano state formalmente intestate alla madre disabile del geometra, che oggi, nel corso dell’interrogatorio di garanzia tenutosi presso il carcere Pagliarelli di Palermo, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Oltre a lui, sono stati iscritti nel registro degli indagati anche i nomi di Vincenzo e Antonio Luppino, figli di Giovanni, il coltivatore di olive, anch’egli incensurato, che ha accompagnato il boss alla clinica La Maddalena di Palermo il giorno dell’arresto. Proprio la responsabile legale della struttura, Alessia Randazzo, con un lungo post pubblicato su Facebook ha replicato oggi a “volgarità, insinuazioni e illazioni” sulla clinica, lanciando anche un appello al boss di parlare, visto che “gli resta poco da vivere”. “Se facendoti prestare una vita che non meriti, nel cammino della malattia ti fossi specchiato in ognuno dei tuoi errori – scrive la donna -, adesso parla, fallo ora che sai che non manca molto al momento in cui quel bambino (il piccolo Giuseppe Di Matteo, ucciso anche su ordine di Messina Denaro, ndr) e tutti gli altri te li troverai davanti”.
Perquisita intanto l’abitazione della madre del boss
Sul fronte investigativo, proseguono, intanto, le indagini degli inquirenti, che questa mattina hanno perquisito la casa della madre di Matteo Messina Denaro, quella dove il boss avrebbe trascorso l’ultimo periodo prima della latitanza. Qui gli inquirenti avrebbero trovato, in particolare, un paio di vecchi Ray Ban a goccia di proprietà del boss – conservati insieme ad altri in una piccola valigia di vimini -, una bottiglia di champagne impolverata, il catalogo di “Facce di Mafiosi”, la mostra della pittrice Flavia Mantovan tenutasi nel maggio del 2009 al Castello di Salemi e alcune fotografie incorniciate che mostrano Messina Denaro da giovane e il padre Francesco, detto “Don Ciccio”, capo della cosca di Castelvetrano e del relativo mandamento, scomparso nel 1998.